«Il furto dell’auto, la spaccata e poi il nulla Senza macchina ma con le rate da pagare»

l’intervista «Quell’auto è mia e di mio figlio. Abbiamo ancora quattro anni di rate da pagare. È stato uno choc tremendo, per noi sono giorni molto difficili». Lara (nome di fantasia per tutelarne l’i...

l’intervista



«Quell’auto è mia e di mio figlio. Abbiamo ancora quattro anni di rate da pagare. È stato uno choc tremendo, per noi sono giorni molto difficili». Lara (nome di fantasia per tutelarne l’identità) guarda e riguarda il video della sua Alfa Giulietta che infrange la vetrina del negozio Duca d’Aosta ed è un travaglio che non trova una fine. Tutti a pensare alla boutique razziata con un danno di 80 mila euro, poi alla questione sicurezza che attanaglia Padova ma a lei, la proprietaria dell’auto, chi ci pensa? Sì, perché l’auto ancora non si trova ed era l’unico mezzo di cui disponeva la famiglia.

Quella è la sua auto, quasi non ci si crede.

«È mia ma, di fatto, la usa mio figlio. L’abbiamo presa il 31 maggio 2017, facendo attenzione a rispettare tutti i crismi. Sa, è Euro 5».

Com’è andata giovedì sera?

«Mio figlio lavora come cameriere al Pedrocchi. Di solito parcheggia l’auto in via Giotto, appena fuori dalla zona a traffico limitato. È arrivato in centro verso metà pomeriggio. All’1.40, dopo otto ore di lavoro, si è reso conto che l’auto era sparita».

E cos’ha fatto?

«Ha chiamato la polizia chiedendo se, per caso, avessero informazioni. Temeva una rimozione da parte dei vigili urbani. Altro che rimozione».

Quindi cosa è successo poi?

«La polizia ha iniziato a fare le verifiche ma, di lì a poco, è stato commesso il furto. E ancora stiamo attendendo di sapere che fine ha fatto quell’auto».

Dunque siete in attesa?

«Siamo in attesa certo, ma anche in grande difficoltà. Io sono casalinga e mio figlio cameriere. Abitiamo a Camin in mezzo alla campagna. Come facciamo ora a muoverci?».

Che effetto fa vedere il video della vostra auto che sfonda le vetrina?

«È una sensazione davvero sgradevole. La macchina è un’estensione della casa. È un qualcosa che c’entra con l’intimità di una persona e della sua famiglia. Il solo pensiero che uno sconosciuto ci si possa sedere dentro fa venire i brividi. Se poi quello sconosciuto la utilizza in quel modo, con quel disprezzo, ecco questo fa ancora più male».

Addirittura.

«Beh, è pur sempre l’auto di famiglia. L’abbiamo presa di seconda mano. A mio figlio piaceva quella e allora ne abbiamo cercata una usata per spendere una cifra ragionevole. La tenevamo come un gioiello».

La polizia cosa vi ha detto?

«Ci hanno detto di aspettare, perché l’auto non si trova. Io spero che prima o poi la abbandonino da qualche parte, magari intatta. Anche se, più passano i giorni, più si affievoliscono le speranze».

Suo figlio come l’ha presa?

«Ci è rimasto malissimo. Dopo aver lavorato tutto il giorno certo non immaginava di dover trascorrere la notte in bianco per una vicenda come questa. Noi siamo gente normale, che vive di lavoro. Quello che è successo ci sembra fantascienza». —



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