«Il Natta non deve morire»

Genitori, insegnanti, studenti e personale riuniti in un comitato
LA PROTESTA A sinistra, Roberto Croce A destra, la riunione del comitato per salvare l’istituto Natta
LA PROTESTA A sinistra, Roberto Croce A destra, la riunione del comitato per salvare l’istituto Natta
 Il Natta non vuole morire. I genitori non intendono accettare la decisione politica, della Commissione d'Ambito, di smembrare la scuola di via Leopardi in due tronconi con la perdita dell'autonomia dal prossimo 1º settembre. Un pezzo (tra cui l'indirizzo logistica-trasporti, ex-aeronautica), al Marconi e l'altro (moda tecnica) al Ruzza.
 Su iniziativa di Roberto Croce, è stato già costituito un apposito comitato, formato da tutte le componenti scolastiche: genitori-studenti-personale Ata e docenti. Tutti sono contrari alla morte del Natta (intitolato dal 1978 al chimico che ricevette il Nobel) sia perché, con lo smembramento della scuola dove si è diplomato anche Renzo Rosso, patron della Diesel, non sarebbe più garantita la qualità dell'offerta formativa attuale e sia perché, senza l'autonomia, non sarebbero assicurate le risorse economiche future.  A favore della battaglia si sono schierati anche tutti gli insegnanti, con un documento approvato, all'unanimità, dal collegio dei docenti, e la preside, Nadia Vidale. Ieri il comitato si è riunito, per la prima volta, all'interno dell'istituto. Erano presenti circa cento persone. «Noi genitori siamo contrari allo smembramento della scuola, a cui siamo molto affezionati perchè, negli anni, ha raggiunto un ottimo livello formativo - ha detto Croce - E poi perché proprio noi dovremmo perdere l'autonomia quando superiamo la soglia dei 500 alunni, fissata dalla Gelmini, mentre in provincia non sono stati accorpati tre istituti comprensivi sottodimensionati? L'appello lo rivolgiamo all'assessore provinciale all'istruzione, Mirko Patron ed alla dirigente dell'ex-provveditorato Giuliana Bigardi».  Sono state già raccolte 300 firme. Il comitato sarà presente anche ad Expo Scuola.

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