Il rifugio dei liceali padovani

La storia del bunker costruito nel 1942 sotto piazza IX Maggio (ora Antenore)

Il suono della sirena, l’allarme, la paura e la fuga verso il rifugio antiaereo più vicino. Ore e ore stipati tra cunicoli e spazi angusti, con gente che si sentiva male, che pregava, che sperava. Finché non si avvertiva ancora la sirena, questa volta di cessato pericolo. E allora si poteva tornare a casa, sempre che esistesse ancora. Era anche questa Padova durante la II guerra mondiale. E uno dei tanti rifugi della città era quello tra piazza Antenore, Palazzo Santo Stefano e il liceo Tito Livio, dove trovavano la salvezza soprattutto gli studenti del Ginnasio e dove ora, grazie a un finanziamento della Provincia di 300 mila euro, nascerà il Museo della Memoria (Mdm).

Con lo scoppio del secondo conflitto mondiale, infatti, una particolare attenzione fu riservata all’allestimento dei rifugi nelle scuole. Per il Liceo Ginnasio "Tito Livio", così come per la media "Mameli", vennero utilizzate le cantine, puntellandone le volte. I locali così ricavati potevano garantire protezione dalle schegge e dai crolli, ma non erano sufficientemente resistenti se una bomba avesse colpito direttamente il fabbricato.

La capienza dei sotterranei era di 1.325 persone al massimo, ossia tre persone per ogni metro quadrato disponibile. Tuttavia i rifugi del Ginnasio non erano abbastanza capienti e fu ipotizzato di poter accogliere gli studenti nei corridoi al pianterreno, opportunamente adattato, oppure di far costruire un rifugio "tubolare" nel cortile antistante la scuola. Alla fine lo Stato decise la costruzione del rifugio al di sotto di piazza IX Maggio (oggi piazza Antenore). Nel 1942 il preside della Provincia inviò al prefetto, Presidente del Comitato di protezione antiaerea di Padova, il primo progetto di costruzione del rifugio. Ma la scelta definitiva della conformazione da dare al luogo sotterraneo fu fatta dopo molti studi e ben tre progetti. L’ultimo prevedeva sei tratti rettilinei, tra loro ortogonali, con le scale d’accesso (ai due estremi di piazza Antenore) unite agli elementi di estremità da un corridoio di collegamento. Le dimensioni dei cunicoli avevano un’altezza di due metri e una larghezza alla base di un metro e 80 centimetri. Dalla parte dell’ingresso che dava su riviera Tito Livio partiva poi il tunnel di collegamento con i sotterranei di Palazzo Santo Stefano, dov’erano già presenti dal 1934 i rifugi antigas, collegati a loro volta con il liceo. Nel 1946 la Provincia decretò di abbattere gli accessi del rifugio per consentire la sistemazione della piazza. Nel 1949 fu decisa la demolizione delle scale del chiostro per accedere ai rifugi del Tito Livio. L’unico rifugio veramente sicuro fu costruito nel 1944 nel giardino della Prefettura per il Comitato provinciale di protezione antiaerea. Aveva pianta a forma ovoidale.

Alice Ferretti

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