Il terremoto in Confindustria Pavin : «Dobbiamo cambiare»

Confindustria vive forti mutamenti. Vuoi per raggiunti limiti di anzianità, vuoi per uscite di scena concordate, nel personale dell’associazione degli imprenditori l’arrivo di MassimoPavin alla...
Padova 3 dicembre 2009 Assemblea privata di Confindustria Padova © Franco Tanel
Padova 3 dicembre 2009 Assemblea privata di Confindustria Padova © Franco Tanel

Confindustria vive forti mutamenti. Vuoi per raggiunti limiti di anzianità, vuoi per uscite di scena concordate, nel personale dell’associazione degli imprenditori l’arrivo di MassimoPavin alla presidenza è coinciso con profondi cambiamenti.

Come anticipato nell’edizione di ieri, cambia dopo soli tre anni il direttore della struttura, Stefano Pozzi, che rimarrà fino a scadenza del suo mandato, il 31 luglio prossimo.

Da Confindustria Padova ieri è giunta una stringata nota in cui si dice che Pozzi «lascerà l’incarico di direttore unitamente a quelli di amministratore delegato delle società controllate: Sapi SpA, Forema e Assindustria Sport, alla scadenza del contratto a tempo determinato, il 31 luglio 2012. Il dottor Pozzi - rimarca la nota - sarà nel pieno delle sue funzioni di direttore di Confindustria Padova e di a.d. delle società controllate fino a quella data. Il presidente Massimo Pavin e i membri di giunta ringraziano fin d’ora Stefano Pozzi per l’apporto dato con grande professionalità, passione ed entusiasmo in questi anni allo sviluppo e al rinnovamento dell’associazione».

Un saluto di prassi dietro il quale si nasconde il cambio di passo che Pavin vuole dare all’associazione. Pozzi era stato chiamato dal suo predecessore Francesco Peghin: anche in Confindustria valgono le regole dello “spoil system” , per cui con il cambio di presidente si cambia pure la squadra di comando. «Non è questo il punto- ribatte il presidente Pavin - ma i tempi sono cambiati anche in Confindustria e dobbiamo adeguarci. Pozzi aveva un contratto a termine, tipico delle funzioni apicali e lo abbiamo rispettato. Abbiamo incaricato ora un cacciatore di teste per trovare un nuovo direttore con capacità di guida dell’associazione, ma anche di raffinato politico». Un profilo, dunque, capace di tessere positive relazioni esterne oltre a quella di amministratore delegato di un gruppo che ha 130 dipendenti e 18 milioni di fatturato, solo 7 dei quali derivati dai contributi associativi. Il resto giunge dalle altre attività.

(m.per.)

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