In diminuzione la vendita della carne di agnello

Per la prima volta la campagna animalista per non uccidere e mangiare gli agnelli (o capretti) a Pasqua anche a Padova fa registrare un calo nelle vendite, seppure di lieve entità. «E' vero» osserva il macellaio di Sotto Al Salone, Francesco Canton «In questi giorni c'è stato un calo del 10 per cento. La campagna contro la macellazione dei piccoli ovini sta ottenendo già i primi risultati, anche se sono ancora pochi i padovani a rinunciare all'agnello nostrano, allevato ad Anguillara oppure nel Casentino, in Toscana o in Sardegna, in Abruzzo o in Irpinia. Il prezzo è uguale a quello del 2018: 14 euro al chilo».
Il calo del consumo dell'agnello si registra anche sulle tavole dei ristoranti. «Anche noi dell'Appe» sottolinea il presidente Ermino Alajmo, patròn delle Calandre «abbiamo osservato che, sia a Padova che in provincia, ci sono locali dove non viene servito l'agnello, in linea con il nuovo sentimento di una fascia di clientela sempre più attenta e sensibile al benessere degli animali. Per il resto nei ristoranti si va verso il tutto esaurito. Il prezzo medio del pranzo di Pasqua va dai 39 ai 52 euro e già si sa che a tavola saranno scelti i menù di stagione, tra cui i tradizionali risotti a base di asparagi, bruscandoli e carletti. Naturalmente notiamo che si va sempre più diffondendo la moda del pranzo vegetariano e vegano. Per il resto invitiamo i clienti, in caso di una parte delle pietanze lasciate nel piatto, di portarsi il cibo a casa. Non a casa abbiamo intitolato il nostro comunicato: menù green ed anti-spreco." Sono in crescita anche i padovani che si fanno portare il pranzo a casa da negozi specializzati. Tra i più noti l'àtelier di Emilio Salmaso, in via Boccalerie 9: con 40 euro ci si può portare a casa la torta pasqualina, tagliatelle ai piselli, granchio dell'Alaska e scampi istriani, frutta di stagione, più vino e colomba.
Quanto alla tradizione, «oggi come un tempo in Veneto il risotto è il primo piatto della festa. La ricetta è rimasta quella di un tempo: chicchi di Vialone Nano Igp o Carnaroli con frattaglie di pollo» racconta Diego Scaramuzza, presidente nazionale degli agriturismi Coldiretti. «Adesso però, al posto della carne molto spesso si abbinano le erbette di campo come i bruscandoli, le rosoline, i carletti e altre piante spontanee raccolte in campagna. E poi gli asparagi che fanno la loro parte, bianchi o verdi, blasonati o no, sono il contorno perfetto per accompagnare le uova che, come vuole la tradizione della nonna, sono servite sode colorate naturalmente, rosse se bollite nell’acqua con le bucce di cipolla, verdi se si impiegano le foglie di ortiche o gialle se si usa lo zafferano». —
Felice Paduano
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