In osteria c'è anche la sala per lo sniffo: lo chef Corradini in manette alle Terme

Si tratta del titolare dell'Hosteria degli Anzoi: ai clienti veniva consentito di recarsi nel magazzino a “sniffare” la cocaina che lui stesso procurava e preparava
MONTEGROTTO
 
Un ristoratore che in passato ha più volte legato il suo nome alla Mala del Brenta, aveva messo radici in zona termale. Daniele Corradini, 55 anni, veneziano di sestiere Castello, è il titolare della Hostaria dei Anzoi, specialità venete ma, soprattutto, tanta cocaina. Le intercettazioni ambientali dei carabinieri di Abano lo immortalano mentre sniffa nel retrobottega insieme a un cliente. E questo era il volto oscuro del locale in via Scavi 15. 
 
 
L’operazione
Sarde e baccalà ai tavoli, marijuana e “neve” nel magazzino, lontano da sguardi indiscreti. Non solo per sé ma anche per amici e clienti, non solo quelli del ristorante s’intende. 
La trattoria era tenuta sotto controllo dai carabinieri, che per mesi hanno osservato le abitudini e i trucchi di questo ristoratore con qualche scheletri nell’armadio. Introducendosi di notte all’interno sono riusciti a installare microcamere proprio in quel magazzino dove il gestore si rifugiava con alcuni selezionatissimi clienti del locale. L’hanno registrato mentre confezionava le dosi e anche mentre “faceva serata”, tra una portata e l’altra, tra un conto in cassa e uno sgroppino offerto. 
L’attività investigativa dei militari della compagnia di Abano è iniziata nel mese di febbraio, subendo però una battuta d’arresto durante il lockdown
 
La droga
In totale sono stati sequestrati oltre un chilo e mezzo di marijuana, più un piattino e la tessera plastificata con cui venivano preparate le righe di cocaina. Daniele Corradini è stato quindi condotto al carcere Due Palazzi.
 
Il passato
Daniele Corradini spunta nei radar delle forze dell’ordine nel 2000, a 35 anni, quando insieme al fratello gestiva l’osteria “da Zorzi” a Venezia. La polizia scoprì che quel locale era uno dei punti nevralgici di un traffico di cocaina con la Colombia. Traffico gestito da alcuni vecchi arnesi della Mala del Brenta. La cocaina arrivava direttamente dalla Colombia via Madrid, grazie ai contatti in Sud America del ristoratore mestrino Maurizio Longhino. Veniva poi messa al sicuro nella cassaforte dell’osteria “da Zorzi”, in calle dei Fuseri, dove titolari e dipendenti sapevano che i soldi in cassa entravano anche grazie al traffico di droga. Secondo la Procura di Venezia quella banda di veneziani acquistava la cocaina a 25-30 milioni al chilo e la piazzava in Italia a 200 milioni.
 
Contatti
Corradini ricompare quasi 13 anni dopo, sempre tradito dai suoi due pallini: la Colombia e la cocaina. L’inchiesta decolla il 28 gennaio 2013 quando Luca Livieri, pluripregiudicato, viene arrestato per traffico di droga: è ritenuto un elemento di spicco nella compravendita di stupefacenti tra la Lombardia e il Veneto, con contatti in Colombia. Contatti nel paese sudamericano tenuti proprio da Daniele Corradini, all’epoca cuoco in un hotel di Abano. Durante le pause di lavoro va nelle cabine telefoniche pubbliche per chiamare i trafficanti colombiani e definire gli accordi.
 
 
Recidivo
Nel 2017 i carabinieri di Monfalcone decidono di approfondire sull’origine di quei “climatizzatori” che i clienti ordinano di continuo a Corradini. E scoprono che si tratta, ancora una volta, di cocaina. Un vizio che, evidentemente, non ha perso. —
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