Incentivi all’esodo all’Imasaf

CITTADELLA. Imasaf, le marmitte non hanno più il mercato di un tempo, il fatturato si è ridotto di un quarto rispetto al 2010 e l'azienda vuole licenziare 40 operai. La comunicazione di avvio della procedura di mobilità è stata comunicata dai vertici dell'azienda di via Rometta, a Cittadella, alle Rsu, ai sindacati (Fim, Fiom, Uilm), alla Provincia e alla direzione territoriale del lavoro. Al momento la storica azienda, fondata 60 anni fa, di proprietà della famiglia Sgarbossa, impiega 214 persone; ma una quarantina è destinata a lasciare. La ditta parte dai numeri: «La crisi è confermata dai dati di fatturato, soprattutto se si confronta l'ultimo anno fiscale concluso e consolidato con il 2010: il calo si attesta al 27%». Elementi confermati da Andrea Bonato, della Fim Cisl: «Dal 2010 a oggi l'azienda ha avuto una perdita di esercizio pari a 10 milioni di euro, l'anno peggiore è stato il 2013 con un meno 5,2 milioni».
Da tempo si sta cercando di resistere al calo della vendite: «Anche lo scorso mese la proprietà ha ricapitalizzato l'azienda per 750.000 euro. I soci hanno chiamato un manager per mettere in campo nuovi prodotti ed è stato venduto un immobile di proprietà». Le marmitte durano sempre di più e la domanda si contrae. «L'azienda si è detta disponibile a mettere i soldi per garantire l'esodo volontario», aggiunge Bonato. Si terrà conto anche di chi nei prossimi due anni dovrebbe maturare i diritti per andare in pensione.
Non si tratta di un fulmine a ciel sereno: nel 2012 era stata messa in campo la cassa integrazione ordinaria, nel 2013 il contratto di solidarietà, poi c'era stata una ripresa, ma nel 2014 e lo scorso anno le vendite sono tornate a diminuire; oggi "la fabbrica lavora solo tre/quattro giorni la settimana, quindi al 60/80% della sua capacità produttiva».
Resta l'urgenza della prospettiva industriale, la Germania pesa per il 62% nel fatturato complessivo: «Servono nuove alternative commerciali di partnership», propone la Fim. «Il sindacato non molla i lavoratori, sono necessari nuovi progetti e investimenti. Imasaf ha uno dei migliori prodotti a livello internazionale». La proprietà si dice pronta a mettere risorse, una volta ritrovato l'equilibrio, «per migliorare la competitività e proporsi in modo più incisivo sul mercato del primo equipaggiamento, e individuare nuove aree geografiche di sbocco.
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