Indagine su un neonato pieno di lividi

POLVERARA. Un bambino di un anno si risveglia dal riposino pomeridiano con diversi lividi al volto, alle braccia e su altre parti del corpo. A provocarglierli è stata un’altra bambina di due anni e mezzo, che dormiva nella stessa stanza dell’asilo nido. È successo quasi due anni fa ma il caso è ancora aperto perché è finito nelle aule del Tribunale di Padova. Per i genitori il bambino è vittima di morsi veri e propri, circa quaranta, che hanno lasciato segni evidenti, mentre per le insegnanti del nido i lividi sono la conseguenza di più innocui “succhiotti” provocati dalla bambina. Due tesi contrapposte: da una parte i familiari denunciano i danni fisici subiti dal loro bambino prima che il personale intervenisse, dall’altra le maestre affermano di non essersi accorte di quello che stava succedendo perché il bambino non ha pianto, visto che non provava dolore. Il 9 marzo è fissata la discussione davanti al giudice in merito alla richiesta di archiviazione presentata dal pubblico ministero al termine delle indagini, nel frattempo i genitori del bimbo hanno ottenuto un risarcimento da parte dell’assicurazione dell’asilo.
I fatti risalgono al maggio del 2013, al nido “Emilio” gestito dall’omonima cooperativa a Polverara, in via Volparo. Il bambino, dodici mesi compiuti da poco, stava dormendo nella stanza della nanna con altri bimbi. Fra questi una bambina di due anni e mezzo che gli si è avvicinata e gli ha lasciato diversi lividi sul corpicino. Il piccolo si è svegliato e ha attirato l’attenzione delle maestre. La direttrice del nido ha avvisato il padre che poi ha anche accompagnato al pronto soccorso pediatrico di Padova. Dimesso con la prescrizione di una pomata da applicare sulle ecchimosi per alcuni giorni, il bambino è rimasto a casa per una settimana e poi è tornato al nido per un altro mese. In seguito i genitori, residenti a Legnaro, hanno sporto denuncia e il sostituto procuratore Orietta Canova ha indagato la direttrice della scuola, Alessia Morandin, e l’insegnante Roberta Zennaro, entrambe presenti il giorno dell’incidente. Abbandono di minore e lesioni le ipotesi di reato sulle quali si sono concentrate le indagini con interrogatori, sopralluoghi nell’asilo e visite legali. I genitori hanno dichiarato che il bambino ha portato a lungo i segni dei morsi, che la guarigione è stata molto lenta e che ancora oggi soffre di disturbi di sonno e improvvise crisi di pianto. La direttrice del nido afferma invece che non si è trattato di morsi: «La bambina gli ha fatto succhiotti non dolorosi anche se lasciano un ematoma evidente. Infatti il piccolo non ha pianto. Eravamo nella stanza vicina e avremmo sentito subito se si fosse messo ad urlare. I morsi tra bambini sono frequenti ma interveniamo subito perché la sorveglianza è continua».
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