Inquilini in guerra contro le prostitute negli appartamenti

ARCELLA. Via Beato Cafasso come già via Anelli. È questa la denuncia degli abitanti della strada, nel quartiere San Carlo all’Arcella, e in particolare dei residenti del civico 2. Una palazzina piuttosto fatiscente di 43 mini appartamenti, (nella foto) abitati da italiani ma anche da molti extracomunitari. Tra questi appartamenti ce ne sarebbero alcuni dove viene esercitato il più antico mestiere del mondo, «Qua dentro succede di tutto. Al primo piano ci sono due appartamenti dove viene esercitata la prostituzione, uno abitato da madre e figlia sudamericane, l’altro da una 40enne rumena. Al secondo piano ce n’è un altro, al terzo un altro ancora, entrambi abitati da donne dell’est Europa», spiega Giovanni Timofte, inquilino della palazzina, originario della Romania che vive ormai da 10 anni in Italia con la moglie e il figlio, «C’è un continuo via vai giorno e notte di uomini di tutte le nazionalità; albanesi, marocchini, nigeriani ma anche molti italiani. Capita spesso che qua davanti per qualche ora vengano parcheggiate auto di grossa cilindrata. Il problema è che disturbano. Fanno rumore, urlano, sporcano e non rendono il condominio vivibile». Giovanni racconta che una famiglia del primo piano, adesso trasferitasi ma un tempo confinante con uno degli appartamenti a luci rosse, aveva il bambino piccolo che chiedeva cosa fossero tutte quelle urla durante la notte. «È venuta spesso la polizia, l’ultima volta la settimana scorsa ma la situazione non è per niente cambiata».
A confermare la tesi di Giovanni, un altro residente, anche lui rumeno, muratore, che da 6 anni abita in via Cafasso e che però vuole restare anonimo per paura di ritorsioni, in particolare verso il figlio piccolo, «È un problema qua con le prostitute. Sto cercando addirittura di cambiare casa».
Alice Ferretti
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