“INSIDIOUS 2. oltre i confini del male”

Chi dorme non piglia pesci. Semmai qualche demone. Torna la famiglia Lambert del primo capitolo di “Insidious”, con papà e figlio che, nelle loro proiezioni oniriche, lasciano aperta le porta tra la vita e la morte, permettendo alle entità maligne di infestare il mondo dei vivi. Nell’immancabile sequel (Insidiuos 2. Oltre i confini del male), il regista James Wang ribalta i ruoli: ora è il figlio che deve salvare il papà da una inquietante sposa in nero che pare essersi impossessata del suo involucro corporeo. Wang, che di spaventi (di qualità) se ne intende (suoi “Saw - l’enigmista” e il terrificante “The conjuring”), stavolta delude: apprezzabile la coerenza narrativa tra i due capitoli (impossibile seguire il filo del film se non si è vista la prima puntata), ma tra case infestate, vecchi ospedali abbandonati, medium, serial killer e madri castranti c’è davvero troppo e troppo poco di originale (pensate a un cliché: lo troverete).
Inquadrature sghembe, movimenti di camera vivaci e attenti con la predilezione per piani sequenza alla ricerca di un realismo alterato, ma anche montaggio rapido e sincopato quando serve. Il dubbio che la citazione continua di classici del genere nasconda una preoccupante carenza di idee, anziché l’omaggio cinefilo, è più che legittimo. (m.c.)
Durata: 105’. Voto: ***
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