Investì il ciclista diciottenne ora rischia il rinvio a giudizio

La ragazza scagliò in fosso il giovane, morto per asfissia, e fuggì senza soccorrerlo «Nessuno le fece l’esame del sangue»: i familiari della vittima parte civile

PIOMBINO DESE. Svenuto, aveva ingoiato acqua e fango fino a riempire le vie respiratorie. Morte per asfissia meccanica la conclusione del professor Guido Viel, consulente della Procura padovana. È la drammatica fine di Ihab Seoud El Abou, 18enne di Levada di Piombino, studente al secondo anno del corso Alberghiero all’Enaip di Noale, tamponato mentre era in sella alla sua bicicletta prima di finire dentro un fossato. È la sera del 31 marzo 2018. La sua investitrice era scappata salvo presentarsi l’indomani nella stazione dei carabinieri: «Era buio, non l’ho visto... Pensavo fosse un animale, un cane» la sua giustificazione. Il prossimo 11 giugno appuntamento davanti al gup padovano Domenica Gambardella per Elena Marazzato, 20 anni di Trebaseleghe (difensore il penalista Fabio Pinelli): rischia il rinvio a giudizio (salvo la scelta di riti alternativi) per omicidio stradale, fuga da incidente e omissione di soccorso. La famiglia dello sfortunato ragazzo si costituirà parte civile tutelato dall’avvocato Serena Lucia Occhineri: al momento avrebbe ottenuto qualche piccolo anticipo sul risarcimento. La giovane non è mai stata sottoposta ad alcun esame per accertare se avesse assunto sostanze alcoliche o stupefacenti. Quel mancato test avrebbe infastidito non poco i familiari del ragazzo, già devastati dal dolore per una morte evitabile.

Ferite non mortali

Il corpo era integro, non c’erano botte evidenti, solo qualche lieve contusione ai polmoni. Ihab era svenuto per il brusco movimento del cervello nella scatola cranica dovuto all’impatto. È stata quella momentanea perdita di coscienza a innescare la tragedia in 15 centimetri d’acqua. Alle 2 di notte il padre, preoccupato dal mancato rientro del figlio, lo aveva trovato in posizione quasi seduta come se Ihab avesse cercato di alzarsi per respirare. Netta la conclusione del medico legale Viel, incaricato di eseguire l’autopsia dal pm Luisa Rossi, titolare dell’inchiesta: «L’esame ha escluso una frattura della base cranica e lesioni dell’apparato osteoscheletrico tali da comportare un decesso immediato». Intorno alle 23 Ihab (nato a Camposampiero da padre egiziano e madre tunisina) sta rincasando dopo aver finito il turno nel ristorante Baracca di Trebaseleghe, dove svolge uno stage come cameriere di sala.

La ricostruzione

Viaggia in bicicletta, l’auto di famiglia è in riparazione. A mezzo chilometro da casa sua, l’incidente. Elena, al volante della sua Mercedes Benz, sta rientrando a casa anche lei: ha trascorso la serata con gli amici in centro a Castelfranco. Percorre il rettilineo di via Gattoeo, tra Silvelle e Torreselle, ma è buio e, pur rispettando il limite dei 90 all’ora, colpisce la bici e carica sul cofano il ragazzo sbalzato nel fossato. Elena non si ferma e tira dritto. Arriva a casa e racconta alla madre di aver investito un cane per giustificare la perdita di qualche pezzo della carrozzeria. L’indomani mattina è già in caserma quando è di dominio pubblico l’imminente arresto del “pirata”. —

Cristina Genesin

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