«Io gioco alle slot machine e perdo anche quando vinco»

RUBANO. Per una volta che vince, la slot machine, beffarda, non gli “sgancia” il denaro, ma lo rigioca. E così manco la soddisfazione di avere in mano il denaro vinto è rimasta a Franco Pilotto, che da un anno è vittima della mania del gioco.
Lo ammette e guarda con occhio sconsolato e impotente anche tutti gli altri “compagni” di disavventura, che quotidianamente affollano i bar e dilapidano ogni spicciolo guadagnato. Rovinando anche le famiglie. Franco di soldi in un anno ne ha persi seimila. «Fortuna che i figli sono ormai grandi e fuori di casa», dice, «così devo provvedere soltanto a me stesso». Si arrangia come può, con un lavoretto al mattino, perché ha avuto qualche guaio con la giustizia, già saldato. Ma rimettersi in piedi non è facile, specie alla soglia dei 65 anni. E in più se si è dipendenti dal gioco. Però Franco non ci sta a venire “gabbato” dalle macchinette.
«Il pomeriggi vado a giocare a carte», racconta l’uomo, «e alle macchinette in un paio di bar di Rubano. L’altro pomeriggio, dopo un anno che gioco assiduamente e non faccio che perdere, la macchinetta mi ha segnalato che avevo vinto un centinaio di euro». È tanta la soddisfazione, mica per la cifra in sé, ma per il fatto di aver finalmente guadagnato qualcosa. «Però, non so perché», continua Pilotto, «non c’era un tasto da premere per far uscire il denaro. Ma anzi, quando ho provato a farmi dare i soldi, la slot machine ha rimesso in gioco il mio denaro, facendomelo perdere».
Pilotto, furioso, ha chiamato i gestori delle slot e la guardia di finanza. «Ma nessuno mi ha aiutato», spiega, «perché le macchine sono regolamentate così per legge. Ma a questo punto mi chiedo chi mai vinca a questo gioco». Stando a quanto racconta, ieri mattina alla slot machine è stato aggiunto il pulsante per l’erogazione del denaro: troppo tardi, ormai, per lui. Che nonostante tutto continua a giocare.
«Non so perché non riesco a fermarmi», ammette, «perché è una cosa più forte di me. Anche tanti amici si sono rovinati. Basterebbe che qualcuno si mettesse un’ora in qualunque bar a vedere cosa accade. Pensionati, donne, magari casalinghe, e operai che giocano anche 500 euro al giorno. Giochiamo per il bonus, per vincere qualche migliaio di euro, che forse non vedremo mai. La speranza è di azzeccare la combinazione vincente, per cambiare la nostra vita. Ma si finisce solo con l’andare in rovina».
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova