Iov, nuova Radioterapia stanziati 5 milioni di euro

Sorgerà nel complesso del neonato ospedale di Monselice, a Schiavonia, il nuovo reparto di radioterapia dell’Iov e si articolerà in quattro bunker; a progettarli e bandìre la gara d’appalto - entro due, tre mesi - provvederà l’Ulss 17 che resterà proprietaria degli spazi e riscuoterà un affitto (in regime di convenzione) dall’Istituto oncologico veneto che impiegherà personale e attrezzature proprie. L’operazione costerà cinque milioni di euro e il suo completamento è previsto nell’arco di due anni.
L’ha deciso in serata il Crite, comitato regionale per l'investimento in tecnologia ed edilizia presieduto da Domenico Mantoan; quest’ultimo, in veste di commissario straordinario dello Iov ha motivato la decisione con l’impossibilità di adeguare la vecchia sede padovana dell’Istituto ai nuovi macchinari acquistati per la cura dei tumori, a cominciare dal tomografo. È un’apparecchiatura della quale finora il Veneto era sprovvisto (ora ne sono stati acquistati due esemplari al prezzo di 2,5 milioni ciascuno e il secondo è destinato a Verona) che emette protoni terapeutici e richiede un ampio margine di manovra perché agisce muovendosi a 360 gradi intorno al paziente disteso.
In precedenza, i dirigenti di via Gattamelata avevano vagliato una soluzione “interna”, quella cioè di riadattare gli spazi disponibili alle nuove esigenze terapeutiche ma i preventivi di spesa ricevuti si sono rivelati impraticabili, sia in termini di spesa che per i tempi biblici ipotizzati. A favorire l’opzione Schiavonia, poi, ha giocato la consapevolezza che l’attuale complesso dello Iov è irrimediabilmente datato e non riesce più a fronteggiare i compiti di diagnosi, ricerca e cura anche per l’evidente carenza di spazi. Una circostanza ben nota agli oncologici, che da tempo premono perché nell’ambito del progetto riguardante il nuovo policnico di Padova sia prevista anche una sede dell’Istituto finalmente moderna a adeguata.
L’obiettivo, pur nei tempi estenuanti imposti dalla burocrazia nostrana, non sembra impossibile; lo stesso Mantoan (che ricopre la carica di direttore generale della sanità veneta) l’ha indicato come un traguardo indispensabile per potenziare il servizio, ridurre le lunghe liste d’attesa dei malati ed evitare il perdurare dell’esodo dei pazienti veneti ad Aviano.
Filippo Tosatto
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