Ippodromo “Le Padovanelle”: la gestione va alla Breda scarl dei Talpo

Nella cordata vincitrice per l’ippodromo ci sono anche i De Rossi e i Folli. L’aggiudicazione vale per due anni, con una possibile proroga per altri due
NATOLI - PREMIO GRASSETTO ALLE PADOVANELLE NATOLI - PREMIO GRASSETTO ALLE PADOVANELLE
NATOLI - PREMIO GRASSETTO ALLE PADOVANELLE NATOLI - PREMIO GRASSETTO ALLE PADOVANELLE

PONTE DI BRENTA. Ha vinto la cordata formata dagli storici guidatori padovani Remigio e Lorenzo Talpo, dai trevigiani Antonio ed Elisabetta De Rossi e dagli emiliani di Imola, Matteo e Manuel Folli, figli di Marco. Sarà, infatti, la Breda Scarl (società cooperativa a responsabilità limitata), con sede in via Giacomo Chilesotti 9, a gestire, da oggi sino al 31 dicembre 2016, con una proroga possibile per altri due anni, l’ippodromo di Ponte di Brenta. Le buste del bando di gara, indetto dal commissario straordinario della Fondazione Breda, Fabio Pasquale Crea, sono state aperte nel pomeriggio del 30 dicembre e la commissione giudicatrice, guidata da Marco Giacon, presidente dell'associazione che raggruppa le case di riposo di Treviso, dopo un'accurata ed attenta valutazione durata nove ore, ha deciso di assegnare la gestione delle Padovanelle alla Breda Scarl, il cui presidente è Antonio De Rossi, attuale proprietario dell’allevamento La Perla, residente a Treviso, ma nato a Cittadella.

Le domande presentate erano tre. Quella riconducibile a persone più note era quella d’Ippodromi Nordest, la società guidata dal noto allevatore di cavalli Fabio Biasuzzi, figlio del mitico “Bepi”, che gestisce da anni sia l’ippodromo di Treviso-Sant'Artemio, a Villorba e sia quello di Trieste-Montebello. Le altre due erano la Scarl Breda ed il Gruppo Coppiello, che, poi, è la società padovana che ha gestito l'impianto di Ponte di Brenta dal luglio del 2013 sino ad oggi. L’ippodromo Breda è stato aperto nel 1901 dal senatore mecenate Vincenzo Stefano Breda, l'imprenditore padovano, nato a Limena, che ha fondato anche le Acciaierie di Terni.

Nel 1961 è stato totalmente ricostruito dal costruttore Ivone Grassetto, l'imprenditore cittadino che, in pochi anni, lo ha rilanciato a tutti i livelli facendolo diventare uno dei più belli e più qualificati della penisola, tanto da competere alla pari con gli ippodromi San Siro, di Milano, le Capannelle, di Roma ed Agnano, di Napoli. Negli anni d'oro sulla “magica” pista del Breda hanno trionfato anche i mitici cavalli Tornese, Top Hannover e Varenne. Negli anni ’70 e ’80 l'hotel - ristorante dell'ippodromo era frequentato anche da Stefanel, Benetton, Bisaglia e Bernini, mentre negli anni ’90 era il quartier generale di Giancarlo Galan. Intorno agli anni ’70 l’ippodromo era anche un grande ed ideale palcoscenico all'aperto per i cantanti dell'epoca. Tra gli altri, ad esempio, vi si sono esibiti anche Mina ed Adriano Celentano.

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