James Bond, il passato non muore mai

Si sa, per Bond - James Bond - il domani non muore mai. Invece in “Skyfall” (regia di Sam Mendes, Oscar per “American Beauty”) il futuro dell’agente segreto di Sua Maestà britannica appare...
Di Michele Gottardi
Daniel Craig stars as James Bond in Metro-Goldwyn-Mayer Pictures/Columbia Pictures/EON Productions action adventure SKYFALL. Una foto di scena del film Skyfall, con Daniel Craig come James Bond. ANSA/uFFICIO STAMPA
Daniel Craig stars as James Bond in Metro-Goldwyn-Mayer Pictures/Columbia Pictures/EON Productions action adventure SKYFALL. Una foto di scena del film Skyfall, con Daniel Craig come James Bond. ANSA/uFFICIO STAMPA

Si sa, per Bond - James Bond - il domani non muore mai. Invece in “Skyfall” (regia di Sam Mendes, Oscar per “American Beauty”) il futuro dell’agente segreto di Sua Maestà britannica appare compromesso per colpa di un passato che riemerge con la rabbia del sentimento passionale, che ogni agente segreto disconosce.

Dopo 50 anni di successi, il personaggio di Ian Fleming (qui ancora Daniel Craig), si pone il problema del tempo che scorre e con lui soprattutto Judi Dench, alias M, giunta al termine di una lunga carriera. Ma è tutto, in questo 23° film, che trasuda riflessioni sul tempo e sulla morte, a cominciare dai titoli di testa dark. E che la morte sia in agguato lo si evince dal prologo, con Bond impallinato dal fuoco amico, scomparso nei flutti di un fiume turco, dopo un inseguimento in moto sui tetti del Gran Bazar di Istanbul - straordinariamente identico a quello a piedi di “Taken -La vendetta” con l’agente Cia Liam Neeson e una classica scazzottata su un treno.

È davanti al quadro della National Gallery che siedono il redivivo Bond e il nuovo Q (Ben Wishaw, un prototipo stevejobs in pigiama e tablet e irride le invenzioni dei predecessori), in attesa di rientrare in azione. Perché il pericolo è sempre grande e i nemici ora sono dentro, in quello stesso mondo delle ombre, che non è solo quello della morte, ma anche quello dove sono costretti spie e 007.

Da questo limbo riemerge Silva, un mefistofelico Javier Bardem agente tradito e vendicativo che se la prende edipicamente con M. Insomma un film che declina in agrodolce la consueta ironia d’un tempo (non perdete la battuta autoironica su una possibile avventura gay: “E chi ti ha detto che sarebbe la prima volta?” dice a Silva che lo insidia); un film che oscilla tra passato e futuro, tra la mitica Aston Martin e gli elicotteri stile “Apocalypse now”, tra le armi più sofisticate e i sistemi più rudimentali, che finisce per esplodere nella brughiera scozzese lì dove tutto è iniziato, sia nel primo romanzo - James è un giovane orfano fuggito dalla tenuta di Skyfall - che sullo schermo con lo scozzese Sean Connery. Ovvero, manco a dirlo, James Bond ritornerà.

VOTO ***

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