La Casa di cura di Abano: «Calunnie contro di noi»

Petruzzi, presidente del policlinico di Abano: la Regione è in errore ma obbediamo: stop ai pazienti nella struttura di Ancona. L’inchiesta e le ispezioni in corso? Pronti a collaborare, qui abbiamo le mani pulite
Il presidente Nicola Petruzzi
Il presidente Nicola Petruzzi

PADOVA. «Abbiamo le mani pulite, non temiamo indagini né ispezioni, le contestazioni a nostro carico stridono con la verità e tuttavia non intendiamo innescare uno scontro istituzionale. Perciò la nostra clinica di Ancona ha sospeso l’accoglienza di pazienti provenienti dal Veneto, così “sgradita” all’amministrazione regionale: pur dissentendo, obbediamo all’ “avvertimento” ricevuto. I pazienti stiano sereni, e così il personale: continueremo a curare tutti e non licenzieremo nessuno ma reagiremo, anche sul piano legale, alla campagna capziosa e diffamatoria in atto». Parole di Nicola Petruzzi, il medico che presiede il policlinico di Abano Terme - nel prossimo biennio declassato da presidio ospedaliero a struttura integrativa della rete pubblica per volontà di Palazzo Balbi - nonché azionista di maggioranza della clinica marchigiana Villa Igea.

ZUPO- FOTOPIRAN - ABANO - SCIOPERO DIPENDENTI CASA DI CURA
ZUPO- FOTOPIRAN - ABANO - SCIOPERO DIPENDENTI CASA DI CURA


le criticitÀ contestate

Dopo settimane di polemiche vibranti, l’imprenditore ha rotto il silenzio nel merito della querelle, accettando di discutere nel dettaglio i fatti controversi («Vi riconosco attenzione e obiettività»), a cominciare dal flusso “anomalo” di pazienti , perlopiù ortopedici, visitati ad Abano e poi ricoverati ad Ancona, circostanza contestata dal direttore della sanità veneta Domenico Mantoan che lamenta l’aggravio del “doppio rimborso” erogato: «Non c’è mai stata induzione o pressione da parte nostra, più semplicemente la lista d’attesa operatoria ad Abano arriva a 180 giorni mentre ad Ancona i tempi chirurgici sono immediati e ciò ha determinato il flusso extraregionale. Che in verità, sul versante della riabilitazione, premia anche la Lombardia, l’Emilia, il Friuli. La ragione? Semplice, l’offerta assistenziale veneta non è adeguata alla domanda».

al pronto soccors0

Tra le criticità segnalate, oltre all’impennata di partenze (stimate in 1,8 milioni di costo annuale per il servizio pubblico) c’è la critica al ventaglio di cure, insufficienti - è l’accusa - a giustificare lo status ospedaliero e la conseguente riduzione del 50% degli oneri fiscali... «In tema di entrate e uscite, vorrei si parlasse anche del gettito di 18 milioni assicurato dalle prestazioni che forniamo a pazienti provenienti da altre regioni. In ogni caso contesto radicalmente la falsità per cui saremmo diventati una clinica ortopedica con qualche appendice di specialità. Le cifre, non le chiacchiere, documentano il contrario: nel 2018, a fronte di tre milioni di presenze turistiche termali, il nostro pronto soccorso ha garantito 326.074 mila prestazioni e 32.509 visite, per un valore, non rimborsato, superiore al milione di euro. I ricoveri complessivi? Oltre 10 mila, incluse 2.268 urgenze».

il rispetto del budget

L’accenno ai “doppi ricoveri” nella riabilitazione nutrizionale? «Una barzelletta. Si tratta di grandi obesi che abbiamo dimesso e riaccolto con un intervallo di 180 giorni perché la legge non consente la degenza ininterrotta». L’assessore a sanità e sociale, Manuela Lanzarin, ha precisato che alla Casa di cura di Abano non è stato tolto «né un euro né un posto letto»... «Per l’esattezza», ribatte Petruzzi «ne hanno tagliati 12 in otorino e aggiunti altrettanti in riabilitazione, quanto ai quattrini, semplicemente non erano in discussione. In proposito, giusto ieri, abbiamo ricevuto una circolare dall’Ulss 16 che ci ammonisce al rispetto rigoroso del budget “evitando sia di erogare sia di fatturare attività in supero”. Vorrà dire che respingeremo ulteriori pazienti oppure ci rassegneremo a lavorare gratis... ».

corte conti in agguato

A fronte di un budget annuale vicino ai 50 milioni, d’ora in poi, la Regione vi rimborserà l’attività di pronto soccorso “a funzione”, cioè in base al volume di prestazioni. Qualche obiezione? «Una riserva legale, sì. Dal nostro punto di vista, questa procedura è consentita solo nei presìdi ospedalieri, perciò chiederemo alla Regione un’esimente che ci ponga al riparo dalla Corte dei Conti». Altra nota dolente, il presunto impiego di medici universitari legati da un rapporto (retribuito) di esclusiva con l’Azienda ospedaliera di Padova. Dopo la segnalazione regionale alla Procura della Repubblica, la Guardia di Finanza ha prelevato documenti dai vostri uffici... «Abbiamo ricontrollato tutte le posizioni mediche senza trovare alcuna irregolarità. Premetto che, all’atto del contratto, ogni professionista ci sottoscrive una liberatoria, autocertificando l’assenza di incompatibilità. I rilievi, comunque, riguardavano cinque borsisti privi di vincoli esclusivo con l’ateneo. Timori per l’inchiesta in atto? Zero. Qui agiamo nel rispetto delle regole e nessuno riuscirà a dimostrare il contrario». —
 

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