La compagna gli nasconde che ha l’Hiv, lui lo scopre dopo 7 anni e la denuncia

PADOVA. «Non posso sopportare che continui ad avere rapporti sessuali non protetti rischiando di infettare i partner, quella donna va fermata. Sono 28 anni che ha l’Hiv e io l’ho scoperto per caso, alla fine della nostra relazione».
Sta vivendo un periodo terribile il cuoco padovano di 47 anni che dopo una convivenza settennale con la donna, oggi 53enne, si è accorto per caso dell’infezione che lei aveva contratto molto tempo prima. La fidanzata aveva dimenticato gli esami del sangue in cucina e così ha fatto la drammatica scoperta, dopo anni di rapporti non protetti.
«Quando le ho chiesto spiegazioni, arrabbiato» racconta «lei non si è neppure scusata, dicendo che quello era un suo problema personale e che, comunque, aveva avuto rapporti non protetti con altri uomini e non era mai successo nulla. Ha aggiunto che avrei dovuto io mettermi il preservativo, pur non sapendo nulla della sue condizioni di salute. Quando ho scoperto la sua malattia sono corso dal mio medico, come si può immaginare spaventato, impaurito, terrorizzato. Ho iniziato un percorso prescrittomi dall’Azienda ospedaliera. Dalla prima analisi è emerso che non sono positivo all’Hiv, ma gli esami dovranno proseguire nel tempo e la positività potrebbe evidenziarsi in futuro».
Esposto in procura
Il 24 settembre scorso l’uomo presenta un esposto in procura, facendosi assistere dall’avvocato Luca Motta. Racconta i fatti, sottolineando che la sua ex compagna, che lavora nel mondo della sanità, non l’ha mai avvisato della malattia. Il suo esposto finisce sul tavolo del pubblico ministero Luisa Rossi che però pochi giorni dopo chiede l’archiviazione.
Il magistrato nella sua richiesta al Gip sottolinea che «gli accertamenti sanitari del querelante sono negativi. Non si comprende inoltre perchè abbia atteso tanto prima di fare denuncia, considerato che già a luglio del 2016 aveva scoperto la patologia della partner. Inoltre pare strano che lei, che non voleva a dire del denunciante che lui scoprisse la sindrome che lo affliggeva, abbia lasciato sul tavolo della cucina, quindi alla sua portata, la documentazione sanitaria con il rischio evidente che lui scoprisse ciò che gli aveva tenuto nascosto per tanto tempo».
Il pubblico ministero ritiene che non ci sia reato visto che la parte offesa è attualmente sana, che gli esami della partner non sono stati allegati, seppur teoricamente fotografati dall’allora compagno. E che comunque sia improbabile che negli anni di convivenza lui non abbia mai scoperto la malattia dell’altra. La denuncia è tardiva ma il compagno si giustifica con queste parole.
«Ero tenuto in scacco»
«Lei mi teneva in scacco, piangeva e mi pregava di non denunciarla, anche perchè i suoi familiari non erano a conoscenza del tutto. Così ho aspettato e il tempo è passato» aggiunge «Da anni sto vivendo un periodo brutto della mia vita e sono costretto a prendere degli ansiolitici. Mi spiace molto che sia finita così, negli anni passati assieme siamo stati bene e ci siamo aiutati reciprocamente, ma ora la mia preoccupazione è anche per chi avrà l’occasione di conoscerla e magari di avere un rapporto con lei. Mi sento in dovere di fare qualcosa e per questo sono dispiaciuto della richiesta di archiviazione. Non ho allegato gli esami che avevo fotografato perchè non ho ancora a scaricato le foto. Anche se credo che il dato per la magistratura non sia difficile da reperire. Sto lavorando distante da casa anche per fuggire da una situazione che ancor oggi mi addolora e che non riesco a dimenticare. Sono preoccupato per me e per le altre persone che potrebbero dover affrontare lo stesso problema». —
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