La difesa: «Esaminate firme delle fotocopie»

«Il testamento di Mario Conte è autografo». Lo sostiene Graziano Candeo, il consulente di Luciano Cadore (nella foto) all’indomani della sentenza di secondo grado che ha confermato la pena a 4 anni per l’ex maggiordomo accusato e condannato per due volte da giudici diversi, per aver scritto - o comunque prodotto - un testamento falso che di fatto gli ha assicurato una eredità milionaria. «Le sentenze vanno rispettate» sottolinea il consulente «ma credo di aver dimostrato con rigorosi elementi oggettivi che il testamento è assolutamente autografo». Un particolare che non ha trovato d’accordo però i giudici. «L’iter giudiziario che - sul piano grafologico - ha avuto dell’incredibile sin dall’inizio, sia nelle consulenze di primo grado della parte civile che dal Ris: un giudizio inizialmente espresso su una mera fotocopia, senza aver visto l’originale, poi utilizzando per i confronti una firma falsa ed una serie di sottoscrizioni non di pugno di Mario Conte. Nel corso delle indagini preliminari, non fu fatta l’analisi chimica per datare l’einchiostro del testamento cosa che oggi, dopo 7 anni non si può più fare. Il perito della Corte d’Appello non ha tenuto conto che il testamento è un atto intimo e particolare in cui, per il peculiare stato d’animo del testatore muta la qualità della grafia; ha disatteso le interferenze sulla scrittura dovute ad episodi di salute precaria per gli effetti collaterali legati alla somministrazione di un farmaco antitumorale, dell’uso di una carta con rugosità elevata e dell’uso di una penna stilografica su cui il perito non ha saputo dire, con certezza, se si tratti o meno di stilografica, esprimendosi con una equivoca formula probabilistica. Il perito, prima ha spiegato che la carta del testamento non fa passare la luce e poi ha riferito alla Corte che si tratterebbe di un ricalco per trasparenza. Lo stesso perito riferisce una serie di divergenze, tra sagome alfanumeriche del testamento e scritture autografe di Mario Conte, che a suo dire rivelerebbero il falso. Divergenze inesistenti che ho confutato e documentato, una ad una. Ciò che mi conforta è che il professor Vincenzo Tarantino medico e grafopatologo di Roma, presidente del CIgME Centro Internazionale di Grafologia Medica, ha anch’egli giudicato autografo il testamento».
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