La famiglia non crede al suicidio
La famiglia non crede al suicidio in carcere e si prepara a presentare una denuncia alla procura della Repubblica. Secondo loro, il decesso del congiunto Ben Mohamed Ezzedine Sebai, 49 anni, noto come il serial killer delle vecchiette, è stato un omicidio. Spiega l’avvocato veneziano Luciano Faraon che, ieri, ha partecipato a Tunisi alle esequie di Sebai con rito musulmano: «Attraverso di me i familiari sono decisi a presentare la denuncia in seguito alle valutazioni espresse dai nostri consulenti di parte, il professor Vincenzo Mastronardi, criminologo dell’Università La Sapienza di Roma, e il medico legale Massimiliano Mansutti di Udine. Per i due esperti si è trattato di un omicidio. Sospettiamo che Ezzedine Sebai sia stato strozzato». La mattina del 14 dicembre scorso, intorno alle 7,30, l’uomo è stato trovato incosciente da un inserviente all’interno della cella situata nella sezione comune della casa di reclusione Due Palazzi, la struttura penitenziaria per i condannati in via definitiva. All’apparenza si era impiccato con un lenzuolo fissato alle grate. Al momento dell’allarme respirava ancora, ma in ospedale è arrivato in condizioni disperate e poco dopo è spirato. Condannato a quattro ergastoli per altrettanti omicidi di anziane donne in Puglia, avvenuti tra il 1995 e il 1997, aveva confessato di essere l’autore di 14 assassini su alcuni dei quali non è ancora stata detta la parola fine.(cri.gen.)
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