La Ong contro Benetton e Toscani: «Non rispettano i migranti»

Sos Mediterranee: la foto ci riguarda ma non autorizziamo lo sfruttamento ai fini commerciali. Il fotografo: foto acquistata regolarmente  

TREVISO. «Anche trent’anni fa ai tempi delle campagne sull’Aids avevamo tutte le associazioni contro. Poi però la storia ha dato ragione a noi». Oliviero Toscani non si scompone di fronte alla presa di distanze da parte della Ong “Sos Mediterranee” che ha preso le distanze dall’iniziativa targata United Colors of Benetton.

«La fotografia l’abbiamo comprata dal fotografo», aggiunge l’ideatore delle campagne del gruppo di Ponzano, «per cui non abbiamo bisogno di alcun permesso».

La fotografia del salvataggio della nave “Sos Mediterranee” era stata utilizzata dall’azienda per lanciare un’azione di sensibilizzazione sul tema dell’accoglienza. L’idea della campagna, come molte in passato, era partita proprio da Toscani.

L’iniziativa, tuttavia, è stata criticata dalla stessa Ong che, con un comunicato stampa, ha preso le distanze da Benetton, condannando la sua iniziativa. «Sos Mediterranee è appena stata informata della campagna pubblicitaria che United Colors of Benetton sta pubblicando online e in diversi quotidiani europei questa settimana», si legge nel comunicato stampa della ong, «Sos Mediterranee si dissocia completamente da questa campagna, che mostra una foto scattata mentre i nostri team stavano soccorrendo persone in pericolo in mare il 9 giugno 2018».

Tuttavia, le parole della ong suonano ancora più dure, non appena si entra nel merito della questione: «Sos Mediterranee condanna l’iniziativa personale del fotografo che ha fornito questa fotografia. Sos Mediterranee non dà il suo consenso a nessun uso commerciale delle sue immagini. La dignità dei superstiti deve essere rispettata in ogni momento. La tragedia umana che si svolge nel Mediterraneo non deve mai essere utilizzata per scopi commerciali».

Toscani aveva immediatamente spiegato che non si tratta di una classica campagna: «Quelle le fanno i militari. La nostra è un’uscita, noi facciamo pagine di informazione e vogliamo far vedere che siamo informati» aveva detto il fotografo che ha scritto assieme a Benetton pagine importanti, e che è tornato a fine 2017 per dare una scossa all’ambiente, un po’ meno effervescente negli ultimi anni.

«Sono immagini che piacciono a tutti, in tutto il mondo. Raffigurano problemi che vediamo tutti i giorni, perché dovremmo far finta di non vedere?».

Quando, assieme a Luciano Benetton, presentò la fucina di idee di Fabrica, con il progetto del “Circus” permanente come un cenacolo di artisti, grafici e pubblicitari attivo 24 ore su 24, si era ventilata anche l’ipotesi di coinvolgere anche i profughi già arrivati in provincia di Treviso nei progetti della società. (g.b.)

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