La storica trattoria “Da Artemio” riapre e diventa kosovara

“Da Artemio”, una delle trattorie più prestigiose della città, aperta nel dopoguerra da Artemio Busatto, morto da parecchi anni, e dalla moglie Rosalia Pellato, che oggi ha 81 anni portati con classe, è passato nelle mani di Rustem Fetay, il ristoratore oggi contitolare del bar pizzeria Flash all’Arcella e di Fly, in galleria Tito Livio.
Con la gestione di quella che era la più nota e la più importante trattoria fuori porta, assieme a Dotto di campagna, a Torre, il kosovaro Rustem, sposato con una connazionale, tre figli, corona il sogno italiano della sua vita.
E’arrivato in città nel 1991. Prima ha lavorato come muratore e, subito dopo, ha imparato a fare il pizzaiolo alle dipendenze dei Caputo al ristorante Eremitani, in via Porciglia.
Otto anni fa ha lasciato la vita da dipendente e si è messo in proprio, raggiungendo man mano obiettivi, sia sociali che economici, sempre più consistenti.
«E’ vero, sottolinea Rustem, gestire un locale, assieme ai miei collaboratori più intimi, per me rappresenta la realizzazione di un sogno che ho coltivato a lungo. Vengo da lontano, ma in questa bella città ci vivo benissimo. D’altronde mi sono subito innamorato della cucina veneta, e italiana in genere, sin dai tempi in cui lavoravo nei cantieri del centro e pranzavo al “Pero”. Per questo motivo “Da Artemio”, oltre ad essere pizzeria, resterà una trattoria alla veneta con i piatti regionali tipici, tra cui pasta e fagioli, bollito della corte padovana con polli e galline allevati all’aperto e baccalà alla vicentina. Non è un caso che tra i miei sette dipendenti ci saranno anche un cuoco e un ex cameriere dell’ex Cavalca, Matteo Baggio e Renzo Caccin. Quest’ultimo ha lavorato anche Al Toulà di Alfredo Beltrame».
L’obiettivo del gestore kosovaro è ambizioso, cioè di far tornare la trattoria di Torre, che ha dato da mangiare a generazioni di padovani, alla fama del passato, pur con qualche accorgimento nuovo e rivisitazione dei piatti.
Il nuovo “Da Artemio”, facilmente accessibile anche dal casello autostradale di Padova Est, sarà inaugurato tra dieci giorni. I posti a sedere sono 200 all’interno e 120 in veranda. Il parcheggio è dotato di 60 posti auto.
Chi conosce bene la sua storia è Gioacchino Bragato: «Era uno dei ristoranti fuori dal centro dove si mangiava meglio», dice il pittore ed ex cuoco proprio del “Pero” in centro storico.
«Una volta era il quartier generale degli addetti ai lavori dell’ippodromo. Vi andavano spesso a cena anche il giornalista Alberto Giubilo e tanti artisti di passaggio in città». (f.pad.)
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