«L’anno più nero, PadovaFiere è morta»

In una mano il bicchiere di spumante, nell’altra una fetta di pandoro. Nella sala giunta di palazzo Santo Stefano, Enoch Soranzo brinda all’anno vissuto pericolosamente alla guida dell’ente più riformato del mondo e all’anno nuovo che è dietro l’angolo. Gli chiedono del centro congressi, dell’appalto da venti milioni di euro, aggiudicato ma fermo, ed è come passargli un fiammifero acceso. I botti arrivano poco dopo. «PadovaFiere spa non esiste più, è morta». Bum! «E Fiera Immobiliare, che non ha neppure un dipendente, non sta più in piedi. Dovrebbe essere sciolta». Bum! «Della fiera, dopo quest’anno, non ci resta niente». Bum!
Oltre lo show, c’è il senso politico di una valutazione che farà discutere. Perché è vero che la Provincia sta dentro Fiera Immobiliare solo con il 4 per cento delle quote, ma è altrettanto vero che l’ente ha un peso e Soranzo un’autorità riconosciuta. «Partiamo dal centro congressi? Ok, ribadisco che sono sempre stato perplesso sulle modalità di svolgimento di questa operazione. L’abbiamo detto anche in consiglio d’amministrazione. E fra le perplessità c’è il fatto che Fiera Immobiliare non ha dipendenti, mentre per legge dovrebbe averne in numero superiore ai componenti del cda. Questo crea due problemi, uno normativo, che imporrebbe di razionalizzare la società. E uno pratico, visto che senza dipendenti deve gestire un appalto così importante. Insomma, non sta in piedi. O le diamo una struttura o la sciogliamo». Detto questo, l’appalto per il centro congressi - che tutti danno in partenza per febbraio - per Soranzo potrebbe anche riservare sorprese: «Siamo ancora al progetto pre-definitivo, mancano il definitivo e l’esecutivo. La società aspetta da agosto del 2014 e se ci sono responsabilità dell’ente appaltante potrebbe anche chiedere un risarcimento danni». Nel migliore dei casi, invece, si poserà la prima pietra. Ma l’ultima? «Ci vorrà un anno o ce ne vorranno due, tre», riflette ad alta voce il presidente. «Ma intanto dobbiamo anche venderlo. Io sono convinto che il centro congressi abbia una sua importanza e che serva. Ma non so se sarà ancora così quando sarà pronto. Bisognerebbe rivalutare il piano economico e finanziario, che è datato. E c’è il rischio di arrivare fuori tempo massimo».
Intorno, Soranzo vede solo desolazione. «Chiudiamo un anno in cui siamo stati salvati da Auto e Moto d’epoca e su questa rassegna ora c’è un contenzioso che rischia di farcela perdere. In fiera non c’è altro e lo sapevamo. Il flop di Expo bike era annunciato, Casa su misura è stata ridimensionata. Non c’è un piano industriale. Il 2016 è già qui e non sappiamo cosa succederà». Dunque? «Dunque PadovaFiere spa è morta, non esiste più. Non ci resta niente. Padova è isolata. Io parlo con i miei colleghi sindaci e presidenti di Provincia e mi raccontano che il dialogo è vivo, per esempio tra Vicenza e Verona. E Treviso? E gli altri? Parlerebbero anche con noi, io sono convinto che verrebbero dalla nostra parte se ci fossero eventi in grado di fare numeri. Ma non ci sono e non sembra che ce ne saranno». In questo buio, Soranzo chiede quantomeno di fare chiarezza con il mondo economico della città. «Bisognerebbe avere il coraggio di dire che le cose stanno come stanno, perché poi ognuno tragga le sue conclusioni. Siamo prigionieri di tante preoccupazioni. E non parlo di noi, che con il 4 per cento rischiamo danni minimi. Ma penso al Comune che potrebbe trovarsi costretto a mettere nel fondo di svalutazione le perdite. Penso a PadovaFiere che deve incassare per pagare Fiera Immobiliare. E quest’ultima ha pure i derivati sulle spalle. I conti non tornano, continuiamo a ridurre il capitale sociale (ora a 5 milioni, mentre erano 8 nel 2013) e con Gl Events non si riesce neanche a parlare. Io li ho visti solo un anno fa: dieci minuti scarsi, poi avevano un treno da prendere e sono andati via».
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova