Lavorava per Lovato tre anni e due mesi al corriere della droga
Il gup padovano Elena Lazzarin ha condannato a 3 anni e otto mesi di carcere Francesco Di Maria, milanese ventenne, corriere della droga fra il capoluogo lombardo e Padova per conto del giro legato al grossista Emanuele Lovato, al centro di un’inchiesta per un traffico di stupefacenti il cui ricavato era investito tramite il web in bitcoin o ethereum (moneta virtuale). La pronuncia è arrivata al termine di un rito abbreviato che prevede, per legge, lo sconto di un terzo della pena. Il pm Benedetto Roberti aveva sollecitato 5 anni. È lo scorso giugno quando per il ragazzo scattano le manette. E non a caso. Francesco Di Maria è tenuto sotto stretta osservazione dalla Squadra mobile coordinata dal pm Roberti. La polizia lo blocca mentre al volante di una Citroen C1 proveniente da Milano (un’auto appena noleggiata) è fermo nella stazione di servizio Limenella lungo l’autostrada A4. Sta aspettando qualcuno. Ma l’inattesa visita rivoluziona ogni piano. Gli agenti in borghese, a colpo sicuro, si fanno aprire il bagagliaio: al suo interno c’è una grande borsa nera contenente 11 sacchi da un chilo ciascuno di marijuana.
Un’operazione studiata in ogni dettaglio. Quasi contemporaneamente, la Mobile si precipita in un garage a Milano in via Kennedy dove Di Maria ha sostato prima di raggiungere la città del Santo. Nel box vengono sequestrati altri 28 chili di droga. Il ragazzo sta zitto e non parla. L’analisi del traffico telefonico consente di ricostruire il suo legame con Lovato di cui fa il corriere. A ottobre scatta la seconda parte dell’operazione con nove arresti. Tra i protagonisti dell’indagine, Emanuele Lovato, 35enne titolare del bar Alexander in via San Francesco tuttora in carcere: grazie alla sua attività imprenditoriale fuorilegge, con sistematici investimenti era arrivato a valori di critptovalute fino a 15, 20 milioni di euro, poi crollati per puntate non sempre accorte. —
CRI.GEN.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova