L’Enaip di Cittadella in lutto per la morte di Mauro Gasparini

CITTADELLA. Un infarto lo ha stroncato ieri mattina. Poeta, scrittore, umorista, insegnante di materie umanistiche all'Enaip di Cittadella, Mauro Gasparini, 48 anni, era il compagno affettuoso di Marcella e un padre che amava leggere le favole alle sue due figlie, di 2 e 13 anni. Vulcanico, caldo nelle relazioni, sapeva sperimentare, aveva registrato alcuni suoi racconti, mettendoli a disposizione sul web, di cui intuiva le potenzialità anche letterarie, ma era anche capace di vestire (non solo per modo dire) i panni di Giuseppe Garibaldi in classe per raccontare l’unità d’Italia. Ironico, dalla battuta pronta, aveva collaborato con il sito “Spinoza”; il suo monologo «Pompelmo di Livio va incinta alla festa: una storia garibaldina» gli stava dando enormi soddisfazioni. Era arrivato da Dolo nell'Alta Padovana e si descriveva così in www.maurogasparini.it: «Nato a Venezia prima della fine della Repubblica omonima, ha combattuto contro la presa del Campanile di San Marco avvisando i vigili che c’era un camion gigante della Playmobil parcheggiato in doppia fila. Ha scritto alcuni romanzi ma, avendoli tenuti a lungo in un cassetto di cui ha perso la chiave, ne ha dovuto scrivere degli altri perché gli dispiaceva rovinare il comò. Fortunatamente i sogni li tiene in un cassetto diverso».
Il ricordo di Stefano Cicigoi, direttore dell'Enaip di Cittadella: «Era brillante, un formatore fuori dagli schemi. Una capacità di comunicare con i ragazzi straordinaria, tutti lo amavano. Li aveva saputi coinvolgere nella letteratura, con un gruppo ristretto di studenti aveva iniziato una scuola di teatro. Era un artista, ha arricchito culturalmente la nostra scuola». Sul suo profilo Facebook tanti i saluti, tanto l'affetto dei suoi studenti; un tripudio di messaggi raffinati, eleganti, che lo citano («le parole sono sguardi da un luogo senza finestre») a raccontare la profondità di un'amicizia, la capacità di Gasparini di stringere legami attraverso le parole. «Mauro Gasparini era un mio amico. Tutta la mia disperazione è in quell'imperfetto». (s.b.)
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