Lozzo Atestino, la Valbona in concordato per un debito milionario

LOZZO ATESTINO. Una crisi finanziaria ha spinto la Valbona Srl di Lozzo Atestino a chiedere un concordato in continuità con riserva concesso dal Tribunale di Rovigo, nonostante l’azienda alimentare non abbia problemi gestionali e il fatturato sia in crescita.
L’azienda soffre di liquidità nel breve periodo. L’esposizione finanziaria è superiore ad una decina di milioni di euro e ora sono scattati sei mesi per ristrutturare il debito.
«Dal 3 ottobre abbiamo bloccato il debito per impedire qualsiasi azione che mini l’azienda» sottolinea il direttore generale Cristina Marchetti «e i clienti ci stanno sostenendo, la nostra intenzione è stata quella di anticipare i problemi».

Hanno pesato nei bilanci dell’impresa i fallimenti di due clienti primari nel 2016 e nel 2017 per un totale di un milione e mezzo di euro di perdita e una controversia giudiziaria con un’azienda fornitrice di capsule per chiudere i vasetti che erano difettose, che ha comportato una perdita di 400 mila euro.
Poi, come scrivono i giudici che hanno accettato la proposta concordataria del piano, pesano «stati di insolvenza legati a rapporti bancari con istituti in difficoltà economica e perdita di altri clienti rilevanti pure loro in procedura concordataria».
C’è da sottolineare l’impegno aziendale, nel 2016, per ristrutturare le due linee produttive che sono tornate a regime nel primo trimestre di quest’anno, portando un aumento della capacità produttiva del 35%. Prima di questa innovazione l’industria non riusciva a crescere ulteriormente.
Ora la produzione di vasetti di sottolio, principalmente olive, carciofi, pesti e pomodori si attesta sui 40 milioni di pezzi all’anno con la possibilità di arrivare a produrne 52 milioni. Il fatturato 2016 si è chiuso a 32,5 milioni e le prospettive per l’anno in corso sono di arrivare a 38 milioni.
Il 30 per cento del fatturato riguarda l’estero, l’intera Europa, con progetti che stanno decollando per vendite rilevanti in Australia e negli Stati Uniti. In Italia molti sottoli vengono prodotti con il marchio del cliente (l’80%), si pensi ai nomi delle principali catene di supermercati, anche se la linea “Valbona” è un prodotto di qualità, apprezzato dai consumatori.
Qualche anno fa Cristina Marchetti ha liquidato i fratelli soci, Valter e Carla Marchetti e contestualmente la struttura aziendale è diventata manageriale. L’azienda ha una sfilza di certificazioni per la sicurezza del prodotto (compreso un sistema a raggi x per l’individuazione di eventuali corpi estranei) e macchinari all’avanguardia per la grigliatura delle verdure. La strategia della Valbona mira ad esportare il 50 per cento del fatturato e crescere nel comparto del fresco come le linee “Flan le magie della Natura” e “Veganette”.
L’imprenditrice Cristina Marchetti è stata consigliere comunale a Lozzo Atestino, in giunta a Confindustria e consigliere della Camera di Commercio e portavoce del coordinamento delle categorie economiche (che riuniva 8 categorie) per lo sviluppo della Bassa Padovana. «L’azienda non si ferma e vuole superare questo momento uscendone rafforzata» conclude la Marchetti. Ieri la linea produttiva stava confezionando finocchi grigliati per una grossa azienda che vende prodotti a domicilio. Il grosso della produzione è nei mesi estivi.
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