Malore fatale a Mosca per l’addetto militare dell’ambasciata italiana

CITTADELLA. Il cuore del generale di divisione Giovanni Armentani ha smesso di battere a soli 56 anni, mentre era a Mosca, dove prestava servizio all'ambasciata italiana come addetto militare. Nato a Taranto, Armentani da anni viveva a San Donato; la moglie Maria Scapin, conosciuta a Roma durante una gita scolastica, è originaria di Cittadella, dove sono nati e cresciuti i figli della coppia, Alessandro e Anna. Il cognato Gilberto D'Amato, presidente del Lions di Cittadella, è sconvolto: «Abbiamo trascorso insieme le festività natalizie a Mosca, dieci giorni indimenticabili. Giovanni stava bene, la sua morte è stato un fulmine a ciel sereno. L'ultima volta che ci siamo sentiti via Skype è stata martedì». È stata la moglie a trovarlo esanime: «Poco prima di andare a riposare», continua D'Amato, «Giovanni aveva confidato alla moglie di sentirsi poco bene. Ma era convinto sarebbe passato con una bella dormita». La coppia si è infilata sotto le coperte, ma al risveglio la donna ha trovato il letto vuoto: «Mio cognato era solito svegliarsi molto presto», ricorda il presidente del Lions, «Maria si è alzata e l'ha trovato seduto sulla poltrona, con una coperta sulle gambe, davanti alla tv. Era già freddo». Disperata, la moglie ha chiamato i figli e chiesto l'intervento dei sanitari, ma per il generale dell'Esercito non c'era più nulla da fare. «Era generoso, un uomo con un grande cuore. La sua parola d'ordine era: pace», chiosa D'Amato. La carriera militare di Armentani è stata costellata di numerose missioni all'estero: nell’84 in Libano, nel '97 in Albania come comandante di battaglione e in Bosnia, dove ha ricevuto la Croce d'argento aI merito dell'Esercito; e poi il Kosovo e l'Iraq in qualità di vicecomandante della Training Mission. Nel 2012 ha assunto l'incarico del Comando Logistico Nord a Padova: «Oltre a essere un militare brillante, ha conquistato tutti per le sue doti umane: era umile e sapeva ascoltare le persone», il ricordo del luogotenente Pietro Denaro. Due anni fa, il 7 gennaio 2013, l'ex sindaco di Padova Flavio Zanonato gli aveva consegnato il Sigillo della città.
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