"Marina, era convinta di morire giovane"

E' morta a 23 anni in uno schianto. E ha donato cornee, valvole cardiache, midollo. "Marina lo aveva sempre detto - rivela la mamma Antonella - se muoio, donate i miei organi. Si guardava la mano e diceva: vedi come è breve la mia linea della vita?"
AVEVA 23 ANNI. Marina Granella lavorava al Bar Roma di Este. Si era laureata nel luglio scorso e nel futuro sognava di lavorare nel Nas dei Carabinieri. Eccola in tre espressioni felici: sorrideva sempre e regalava allegria a chiunque. A destra la sua Opel Corsa dopo il fatale schianto contro un platano
AVEVA 23 ANNI. Marina Granella lavorava al Bar Roma di Este. Si era laureata nel luglio scorso e nel futuro sognava di lavorare nel Nas dei Carabinieri. Eccola in tre espressioni felici: sorrideva sempre e regalava allegria a chiunque. A destra la sua Opel Corsa dopo il fatale schianto contro un platano
LOZZO ATESTINO. C'è un grande mazzo di rose gialle ai piedi di un platano che costeggia la Sr 247 «Riviera». Lo ha deposto qualcuno sabato mattina, nel punto in cui Marina Granella, 23 anni, aveva perso la vita solo poche ore prima.


Tante persone, tanti amici di Marina hanno raggiunto quel tratto di strada per cercare di capire che cosa possa essere successo alla ragazza, che ha perso improvvisamente il controllo del mezzo in un tratto di strada dritta.


Gli esami clinici riguardanti alcool e droghe, che in questi casi vengono effettuati di rito, hanno evidenziato che Marina non aveva assunto alcuna sostanza, né aveva bevuto. Le ipotesi più probabili rimangono, dunque, quella del «colpo di sonno» o quella di una banale distrazione. Da subito si è escluso anche il coinvolgimento di altri veicoli. L'incidente, infatti, è avvenuto davanti agli occhi di due carabinieri della stazione di Monselice che stavano percorrendo lo stesso tratto di strada in direzione opposta.


La data dei funerali della ragazza dovrebbe essere fissata nella giornata di oggi. Nella villetta di via Priara, intanto papà Luciano, mamma Antonella e il fratello maggiore Francesco non vengono mai lasciati soli da parenti e conoscenti, ma soprattutto dai tanti amici di Marina che, appena ricevuta la notizia, hanno raggiunto l'abitazione della famiglia. Mamma e papà hanno potuto vedere Marina nella tarda mattinata di sabato. Poi la ragazza è stata trasportata a Padova, dove sono state effettuale le pratiche per l'espianto dei tessuti, proprio come avrebbe voluto lei. «Marina aveva sempre chiesto di poter donare i propri organi», rivela mamma Antonella ripensando a quando la ragazza le aveva chiesto di poter iscriversi all'Aido. «Un giorno è tornata a casa da scuola e mi ha consegnato un foglio- racconta la donna - era l'adesione all'Aido. Mi ha chiesto di firmarlo, visto che lei non poteva farlo perché era ancora minorenne».


Dopo l'iscrizione all'Aido, Marina non perdeva occasione per ricordare ai genitori la sua volontà di donare gli organi. Il primo pensiero della mamma, dopo aver ricevuto la tragica notizia, è stato proprio quello di rispettare la volontà della figlia. Marina ha potuto donare le cornee, le valvole cardiache, il midollo e alcune articolazioni. Per l'ultima volta la ragazza ha aiutato altre persone, come faceva ogni giorno nella vita. Lei, così solare ed esuberante era il punto di riferimento per tanti amici.


Solo a mamma Antonella, però, confidava i suoi pensieri più profondi e le sue paure. «Spesso si guardava la mano destra - racconta la donna - e mi diceva "Vedi come è breve la mia linea della vita?". Io la rimproveravo per quelle riflessioni, poi le dicevo: "Guardati la mano sinistra. Non vedi come è lunga la linea della vita?».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova