Montegrotto, il dramma di Riccardo: stroncato a 14 anni da una leucemia

Il portierino del San Giuseppe Abano frequentava l’istituto agrario di Padova. Musica e piante le sue passioni

MONTEGROTTO TERME. Una leucemia mieloide fulminante ha stroncato nel giro di tre giorni la vita di Riccardo Zilio, 14 anni, residente in vicolo Don Minzoni a Montegrotto. Una vita spezzata da un male che ha lasciato nel dramma papà Fabio, mamma Monica e il fratello Davide di 19 anni. Se ne va non solo un ragazzino con un futuro davanti, ma anche una giovane promessa del calcio, visto che Riccardo faceva il portiere nella squadra allievi del San Giuseppe Abano.

La malattia. Il calvario di Riccardo inizia alle 14 di venerdì, quando Riccardo torna a casa da scuola, il San Benedetto da Norcia, accusando un dolore alla gamba destra che gli provoca una strana zoppia. Alle 18 il ragazzino non riesce più ad alzare la gamba e alle 20 viene trasportato al pronto soccorso di Abano.

«Aveva subito una botta al ginocchio la domenica prima durante la partita di calcio», spiega papà Fabio, «pensavamo tutti fosse qualcosa di collegato a quello scontro. Al pronto soccorso avevano fatto le lastre e non era risultato nulla di particolare. Era stato dimesso alle 24.30 con una fasciatura e incredibilmente lo hanno mandato a casa consigliando semplici applicazioni di lasonil sulla parte dolorante. Nessuno evidentemente si era accorto o aveva sospettato di nulla».

Una volta rientrato a casa Riccardo però continua a peggiorare. Sopraggiungono degli spasmi al braccio: «Ho cercato da subito di tranquillizzare Riccardo», prosegue il padre nel suo racconto. «All’1.30 gli si è bloccata invece la bocca, a quel punto abbiamo chiamato soccorso e alle 2 è arrivata l’ambulanza che l’ha portato diretto all’ospedale di Padova. I medici hanno da subito capito dalle patecchie (macchioline sulla pelle, n.d.r.) che si trattava di leucemia fulminante. Alle 6 sono giunti i primari del centro leucemico per vedere se era possibile fermare l’emorragia in testa. Alle 8 del mattino di sabato ci hanno comunicato che non c’era più niente da fare. Riccardo era clinicamente morto. La legge prevede che si debba restare un paio di giorni attaccati a delle macchine. Alle 15 di lunedì è stata staccata la spina».

La scuola. Riccardo, nato ad Abano l’8 ottobre 1998, amava le piante, la natura, il verde. Era uno studente modello e frequentava la 1^ B del San Benedetto da Norcia: «A casa nostra c’erano sempre delle piante che lui curava con amore. Gli piaceva tanto il verde e proprio venerdì era felice perché aveva preso 9 in Ecologia. Aveva una media altissima. Per lui era una vocazione. Era tutto talmente perfetto che adesso nostro figlio se lo sono portato via».

Il mito Buffon. Riccardo aveva come tutti i ragazzi la passione per il calcio. Giocava fin da quando aveva 6 anni nella squadra del San Giuseppe Abano. Era un portiere e da juventino scatenato il suo idolo era Gianluigi Buffon, estremo difensore della Juve. Proprio lunedì è partita immediatamente da Torino, su richiesta dei genitori e dei dirigenti della società, la maglia del portiere che sarà portata domani al funerale che si svolgerà alle ore 15 al Duomo Nuovo di Montegrotto: «Il suo sogno era conoscere Buffon. Non si perdeva una partita della Juve. Voleva ogni anno la maglia nuova».

Rock e Vespa. Il ragazzino di Montegrotto aveva però anche altre passioni, come la musica rock. «Assieme al suo amico Tommaso Lunardi aveva creato su facebook un gruppo che si chiama “I love Rock”. Era appassionato di rock anni ’70, come quello dei Led Zeppelin, dei Pink Floyd e degli Acdc. Aveva già preso il biglietto per il concerto di Bruce Springsteen del 31 maggio a Padova». Riccardo, che con il fratello aveva un rapporto talmente stretto da assumere le sembianze di amicizia vera e propria, voleva guidare la Vespa: «La settimana scorsa aveva fatto il patentino. Si era appassionato come me alla Vespa, non è però mai riuscito a guidarla».

Soprannominato Ricky, ma anche Titty, perché faceva tenerezza o dalla mamma Pallino, visto che girava sempre con un palla per giocare, Riccardo ha chiuso troppo presto con la vita. «Come genitori ringraziamo la dottoressa Angela Amigoni della pediatria dell’ospedale di Padova, che l’ha assistito in modo amorevole. Poi vogliamo ringraziare Padre Nicola e Suor Tania, che in ospedale ci hanno dato conforto. Diciamo a tutti di fare offerte per la Città della Speranza che possa sconfiggere questo che è un male che ha portato via nostro figlio all’età di 14 anni». Ironia della sorte Riccardo aveva vinto un trofeo nel 2004 di un torneo che ricordava un altro bambino morto di leucemia».

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