Morì operaio, un anno di pena all’amministratore della Nece

Era il 6 ottobre del 2016 quando una tragedia si è consumata all’interno dell’azienda Nece di via Marco Polo 2 a Borgoricco. Ha perso la vita un dipendente, schiacciato da un carro ponte. Ieri in tribunale si è concluso il processo a Giuseppe Fasolato, 56 anni, di Villanova di Camposampiero, amministratore dell’azienda: è stato condannato a 1 anno di pena con la sospensione condizionale e la non menzione. Il pm Marco Brusegan aveva chiesto la condanna a 1 anno e 4 mesi. L’imputato era presente in aula difeso dall’avvocato Federico Bessega.
L’incidente
La vittima è Relu Amortila, cittadino romeno residente a Padova in via Pizzolo 2, dipendente dell’azienda che si occupa di anodizzazione, elettrocolorazione e del processo di ossidazione per interferenza dell’alluminio. Fasolato nell’immediatezza dei fatti aveva raccontato al nostro giornale: «Sembrava una cosa da nulla, Amortila lamentava di respirare male ma non c’era nessun sentore di gravità. Due ore dopo i carabinieri ci hanno purtroppo dato la notizia del decesso». Da quanto emerso dall’indagine e come aveva raccontato datore di lavoro, l’operaio quel tragico giorno stava portando a termine la manutenzione nella zona dei carroponti. Si trovava a tre metri di altezza quando il trasportatore di un carroponte automatico in movimento lo ha schiacciato contro il parapetto di una pensilina sopra le vasche dei bagni galvanici. È caduto al suolo dove ha battuto la testa. In un primo momento, come detto, Amortila sembrava non aver riportato nessuna lesione grave e infatti parlava tranquillamente con i soccorritori. Invece un paio d’ore è morto all’ospedale. Ogni tentativo di salvarlo è stato vano. Lamentava fatica a respirare e già nell’ambulanza le suo condizioni erano parse aggravate.
L’indagine
Dopo l’infortunio mortale alla Nece sono arrivati i carabinieri della stazione di Campodarsego e gli ispettori dello Spisal dell’Usl 15 Alta Padovana per ricostruire la dinamica dell’infortunio e verificare se l’operazione di manutenzione si stava svolgendo in condizioni di sicurezza e se il carroponte, che è stato messo sotto sequestro, era a norma. Evidentemente qualche problema legato alla sicurezza c’è stato vista anche la condanna dell’imprenditore, che risultava anche responsabile della sicurezza. L’operaio viveva da 10 anni all’Arcella ed era molto legato al figlio che vive in Inghilterra. Lavorava nell’azienda di Fasolato da qualche anno ma aveva saputo conquistarsi la stima e la fiducia di tutti. –
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