Natalina è morta per dissanguamento in attesa dei soccorsi

L’anziana di San Martino di Lupari trascinata da un camion poteva forse salvarsi se fosse stato dato subito l’allarme
Di Silvia Bergamin
BELLUCO.TREVELLIN NATALINA IOF SAN MARTINO DI LUPARI
BELLUCO.TREVELLIN NATALINA IOF SAN MARTINO DI LUPARI

SAN MARTINO DI LUPARI. Travolta da un camion mentre sta andando ad assistere alla “stella”. Investita a pochi metri da casa e trascinata per quasi un chilometro, finché il corpo si sgancia dalla motrice e viene visto da un’automobilista, che invece di soccorrerla si ferma a 15 metri di distanza e lascia trascorrere una decina di minuti senza fare nulla. Natalina Trevellin, 72 anni, di San Martino di Lupari, è morta per dissanguamento. I carabinieri della locale stazione hanno chiuso il cerchio sul camionista - un quarantacinquenne del posto che gestisce una piccola azienda di trasporti - denunciandolo per omicidio colposo. A finire nel mirino dei militari del luogotenente Ambrogio Maggio anche un’impiegata di 30 anni, anche lei residente in paese, che quella tragica sera stava tornando dal lavoro e si era data appuntamento con una persona in un bar: a lei i militari contestano il reato di omissione di soccorso. Dalle immagini della videosorveglianza delle aziende della zona industriale, si vede chiaramente come la conducente fosse sopraggiunta all’incrocio di via Dolomiti un minuto esatto dalla caduta dell’anziana. La giovane si sarebbe fermata senza scendere, poi avrebbe inserito la retromarcia tornando indietro e fermandosi 15 metri più avanti in un parcheggio. Da quella sosta, la denunciata non si sarebbe mossa per 10 minuti. Pare - come riferito agli investigatori - che la trentenne, forse sotto shock, non si fosse resa pienamente conto che sul ciglio della strada, avvolta dalla nebbia, c’era il corpo agonizzante di una sua compaesana che in quei preziosissimi istanti stava lottando tra la vita e la morte.

È stato invece un altro automobilista di passaggio a fermarsi e contattare i soccorsi. Per Natalina non è però stato possibile fare nulla, durante il suo ultimo, tremendo, viaggio aveva perso troppo sangue. Non si sarebbe reso conto di nulla invece il camionista che, alle 18 di quel sabato, come tutte le settimane stava rientrando a casa dopo un viaggio di lavoro all’estero. I carabinieri dell'Alta, nei fotogrammi delle telecamere private, avrebbero notato che una delle luci di ingombro del mezzo era spenta. Grazie a questo particolare, dopo quasi un paio di mesi di indagini, sono risaliti al camion-killer e al suo proprietario: sulla marmitta del mezzo, le forze dell’ordine hanno rinvenuto ancora attaccati dei brandelli di vestito, lo stesso che Natalina aveva indossato - inconsapevolmente per l’ultima volta - in quella fredda e nebbiosa sera di metà dicembre.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova