Nato morto, assolte le ginecologhe

CAMPOSAMPIERO. Assolte perchè il fatto non sussiste dall’accusa di cooperazione in omicidio colposo le due ginecologhe Emma Bassan, 66 anni di San Martino di Lupari, e Fiorenza Peron, 64 di Loreggia. Il tragico evento che le vedeva imputate era accaduto il 28 novembre del 2010 all’ospedale di Camposampiero con un bimbo nato morto. La mamma, oggi 45enne, originaria del Burkina Faso, sta per dare alla luce il suo bimbo che però è troppo grande per venire alla luce spontaneamente, fatica ad andare incontro alla vita. E viene espulso con ritardo: quando finalmente è partorito, non respira più. Ecco perché il gup Lara Fortuna ha rinviato a giudizio le due ginecologhe che avevano avuto in cura la sfortunata mamma durante la gravidanza. Le due dottoresse non avrebbero valutato adeguatamente la macrosomia del feto (detto anche gigantismo), sottovalutando conformazione del bimbo e i rischi previsti al momento del parto naturale. In più - secondo la procura - avrebbero omesso di svolgere gli accertamenti che il caso richiedeva, tra cui l'organizzazione di una serie di consulenze. Di regola il neonato macrosomico richiede il ricorso al cesareo. In caso di parto naturale, il nascituro corre un maggior rischio di distocia che si verifica quando la spalla del neonato rimane incastrata dietro l'osso pubico della mamma. È quanto è accaduto per il bimbo africano. «La morte del feto non è collegabile all’opera delle due ginecologhe, ma è imputabile a fatti accaduti al momento del parto quando bisognava decidere se eseguire il taglio cesareo o attendere il travaglio» ha chiarito l’avvocato Emanuele Fragasso che difendeva le professioniste. (c.bel.)
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