Negrita, con il “Club Tour” un tuffo rock nel passato

SAN BIAGIO DI CALLALTA. I Negrita con il “Club Tour” si esibiranno giovedì alla Supersonic Arena di San Biagio di Callalta. Ne parliamo con il cantante Pau, alias Paolo Bruni. Perché avete deciso di...
Portraits in Grouse Lodge with Dara Munnis.
Portraits in Grouse Lodge with Dara Munnis.

SAN BIAGIO DI CALLALTA. I Negrita con il “Club Tour” si esibiranno giovedì alla Supersonic Arena di San Biagio di Callalta. Ne parliamo con il cantante Pau, alias Paolo Bruni.

Perché avete deciso di tornare a suonare nei club?

«Con “9” abbiamo fatto prima le arene estive e poi i palasport. Alla fine visto che avevamo ancora voglia di suonare dal vivo, abbiamo deciso di fare un tour nei club. Era da 12 anni che non ci esibivamo nella dimensione ideale per il rock ‘n’ roll».

Avete una scaletta ad hoc?

«Con un tour di questo tipo è ovvio che cambi anche la scaletta che ha bisogno di un certo tipo di suono. Abbiamo recuperato brani che non suonavamo dal vivo da oltre 10 anni e pezzi sepolti negli anni Novanta. All’epoca suonavamo musica piuttosto diversa da quella di adesso. Il concerto avrà due tempi: uno più selvaggio e rock e uno più colorato, legato anche alle nostre escursioni fuori porta».

Il 4 marzo uscirà “9 Live & Live”.

«Ci saranno sorprese golose per i fan. Ci sarà un cd con i brani di “9” dal vivo più due inediti (“I tempi cambiano” e “Quelli che non sbagliano mai”) e una nuova versione di “Se sei l’amore”, cover di noi stessi. Poi un dvd con il concerto di Milano e il docufilm “Under The Skin”».

Per il nuovo singolo siete tornati a collaborare con Ligabue, dopo 20 anni.

«Con lui e altri abbiamo formato la Dinamo Rock, una squadra di calcio benefica. Sempre con Luciano abbiamo inciso “L’han detto anche gli Stones” e nel 1997 abbiamo fatto il tour negli stadi. Quest’anno noi avevamo “I tempi cambiano”, un brano con dei cromosomi musicali in comune con lui. Avevamo dei problemi a chiuderlo e lui è stato bravissimo».

Avete inciso “9” in Irlanda, quanto sono stati importanti i viaggi per la vostra musica?

«Fondamentali. I viaggi, legati a Spagna e Sud America ci hanno dato voglia e forza di reagire a un momento non bellissimo. Ci hanno aperto nuovi orizzonti e colori che sono piombati nel nostro sound cambiandoci e consentendoci di essere qui ancora oggi».

Qual è il segreto per rimanere fedeli alla propria anima rock?

«Devi lavorare più sul gruppo che sugli strumenti. È un lavoro sociale».

Il nuovo tour finirà ad aprile, seguiranno date estive?

«Non credo. L’estate servirà per programmare un viaggio autunnale di un mese al di là dell’oceano. Sarà un periodo per macinare, viaggiare, conoscere, immagazzinare e poi tornare in Italia e mettere in bella copia. A casa cominceremo a pensare a un sound e poi a scrivere per un nuovo album».

Michele Bugliari

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