Nessun colpevole per la morte di Menegatti

 Dipendente della Tiemme, Menegatti stava lavorando sul tetto di una palazzina in costruzione in via Roma, a Montegrotto Terme. Rimasto ferito gravemente dopo un volo di 12 metri, morì dopo 40 giorni di coma. Ieri, a più di sette anni dal tragico episodio, il giudice monocratico del tribunale di Este Linda Arata si è espresso in merito alla responsabilità dei quattro imputati. Marcon è titolare della Tiemme. Episcopo era invece il capocantiere, mentre gli altri due erano responsabili della sicurezza.  Tra le varie accuse mosse ai quattro, nel corso del dibattito il pubblico ministero aveva espresso forti riserve sulla mancanza dei dispositivi individuali di sicurezza (per esempio un'imbragatura o sistemi di ancoraggio), sull'insufficienza del parapetto collocato sulla sommità della palazzina, e ancora sul piano di sicurezza poco dettagliato e su una mancanza di formazione attuata dalla Tiemme nei confronti dei propri operai. Per tutti e quattro il pm Roberto D'Angelo ieri ha chiesto un anno e quattro mesi di reclusione.  I difensori hanno invece sostenuto l'idoneità dei dispositivi di protezione del cantiere di Montegrotto, dimostrando inoltre come Marcon e la sua impresa siano sempre stati «pionieri nella formazione degli operai». La morte di Menegatti sarebbe stata provocata, secondo la difesa, dallo stesso operaio, che avrebbe trasgredito le norme di sicurezza imposte nei cantieri. Marcon ha inoltre portato in aula un plastico in scala 1/25 della villetta teatro della morte di Menegatti, che riproduce anche i sistemi di sicurezza allestiti dalla Tiemme. Il giudice ha assolto tutti e quattro gli imputati.