Neuropschiatria, reparto fantasma

Solo tre letti e un unico specialista per i minori con disturbi psichici
BARON - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - DIPARTIMENTO DI PEDIATRIA
BARON - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - DIPARTIMENTO DI PEDIATRIA

A Padova i bambini con disturbi neuropsichici sono pazienti “invisibili”: mancano strutture per accoglierli e personale specializzato per seguirli. Nel reparto di Pediatria dell’Azienda ospedaliera c’è spazio solo per tre posti letto, nonostante la programmazione regionale ne preveda sei. Il servizio di Neuropsichiatria infantile si regge su un unico specialista, la professoressa Silvia Zanato, che ha un contratto da libera professionista rinnovato ogni sei mesi. E sul territorio manca una comunità terapeutica residenziale che consenta ai bambini e ai ragazzi di seguire trattamenti a lungo termine, senza allontanarsi dalla famiglia. Oggi i minori che soffrono di questi problemi migrano in altre regioni, dove esistono centri ad alta specialità, o in case di cura private con rette che arrivano a 200 euro al giorno. «C’è bisogno di un dipartimento interaziendale» spiega il professor Giorgio Perilongo, direttore del Dipartimento della salute della donna e del bambino, «per poter offrire tutti i livelli di assistenza, cura e contenimento. Dal reparto ospedaliero che risponde all’emergenza, alla struttura residenziale, fino alla dimissione. La filiera oggi non è completa, come invece lo è per l’adulto».

«In questa situazione si fatica a formare opportunamente medici specializzandi in Neuropsichiatria infantile» dice il professor Pierantonio Battistella, direttore della Struttura complessa infanzia adolescenza e famiglia dell’Usl 16, «serve una strutturazione di posti letto, è totalmente assente il personale specializzato, manca una comunità terapeutica residenziale protetta». Dal 2009 l’ateneo patavino ha perso la scuola di specialità di Neuropsichiatria infantile, diventando così sede aggregata all’università di Verona. Il policlinico veronese vanta un reparto di Neuropsichiatria infantile ben strutturato, con stanze dedicate e un team multidisciplinare.

A Padova 5 mila bambini e ragazzi soffrono di disturbi neuropsichiatrici: circa il 6 per cento dei minori. Solo una piccola parte di questi è seguito da uno specialista. «Quanto prima si interviene, tanto maggiore è il beneficio nello sviluppo e nella crescita» specifica la professoressa Zanato, «la malattia neuropsichiatrica ha una dignità pari, se non superiore, a tutte le altre patologie. Purtroppo si fa ancora fatica a parlarne, a riconoscere il problema e chiedere aiuto senza tabù». I ricoveri psichiatrici infantili sono in aumento: nel 2014 erano 30, nel 2015 sono saliti a 40 e nei primi sei mesi del 2016 se ne contano già 27. Nell’85 per cento dei casi i ricoveri sono successivi a un accesso al Pronto soccorso pediatrico. «Si tratta per lo più di ragazze, età media 13 anni» aggiunge la professoressa Zanato, «con disturbi d’ansia, affettivi e del comportamento alimentare. Arrivano ragazzine con tagli auto inferti, tentativi di suicidio con assunzione di farmaci, crisi di ansia e panico».

Oggi, in Pediatria, non esiste uno spazio protetto dedicato ai pazienti con disturbi neuropsichiatrici. Il progetto di ristrutturazione per la nuova Pediatria redatto su iniziativa della fondazione Salus Pueri, Forum delle associazioni Amiche di Pediatria e medici del’Azienda ospedaliera, prevede invece il reparto di Neuropsichiatria infantile. (e.f.)

Argomenti:sanità

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova