Nuova condotta Ponso-Montagnana via al bando per portare acqua pulita

L’opera di 22 chilometri arriverà fino a Pojana Maggiore. Costo 25 milioni, lavori nei primi mesi del 2020



Una condotta di 22 chilometri per portare acqua pulita a Montagnana. Acqua senza Pfas, non solo per la città murata ma anche per l’area berica. È stato pubblicato il bando di gara per la nuova condotta Ponso-Montagnana-Pojana Maggiore, opera da 25 milioni di euro i cui lavori partiranno nei primi mesi del 2020.

IL PROGETTO

A spiegare l’opera è Acquevenete, ente gestore della risorsa idrica nel Basso Veneto: «L’idea alla base del progetto è quella di creare un grande serbatoio di accumulo a Montagnana, della capacità di 10.000 metri cubi, dove verranno convogliate le disponibilità notturne di acqua che arrivano dalla fonte di Camazzole: negli orari notturni infatti il prelievo è minore ed è possibile creare delle “scorte” di acqua da distribuire agli utenti dei Comuni interessati nel corso della giornata». Per permettere questa operazione sarà necessario prolungare la condotta Monselice-Ponso, già esistente, realizzando il nuovo tratto Ponso-Montagnana, per una lunghezza complessiva di 9.260 metri.

La nuova condotta di collegamento, che partirà da Ponso e arriverà a Pojana Maggiore passando per Montagnana, permetterà di sostituire l’attuale fornitura di acqua dalla centrale di Madonna di Lonigo, contaminata da Pfas, recapitando acqua totalmente estranea all’inquinamento. Sarà la stessa acqua che attualmente bevono i cittadini di Monselice o Este.

In caso di necessità, l’acqua potrà essere prelevata anche dalle centrali di Vescovana e Piacenza d’Adige, che attingono dal fiume Adige acqua ugualmente sicura e del tutto priva di Pfas.

I LAVORI

La nuova tubazione – del diametro di 600 millimetri, in ghisa sferoidale, materiale sicuro e durevole nel tempo - sarà posata prevalentemente in campagna, lungo il tracciato “virtuale” della nuova regionale 10. Le operazioni di esproprio sono già nella fase finale. Il progetto prevede inoltre la realizzazione del nuovo serbatoio strategico di Montagnana, composto da due moduli della capacità ciascuno di 5.000 metri cubi, con annessa centrale di pompaggio. Saranno quindi realizzati il collegamento verso Pojana Maggiore e un’altra serie di condotte di collegamento per rendere efficiente il sistema di alimentazione.

I COMMENTI

Piergiorgio Cortelazzo, presidente di Acquevenete, loda l’efficienza del suo ente: «Sin dall’esordio dell’emergenza Pfas abbiamo attivato tutte le misure necessarie, in tempi record, per riuscire a filtrare efficacemente l’acqua erogata ai cittadini. Solo con questa nuova opera però avremo una definitiva risoluzione dell’emergenza, perché finalmente potremo recapitare a Montagnana e ai Comuni vicentini da noi serviti acqua di altissima qualità, completamente estranea all’inquinamento da Pfas».

È soddisfatto anche Luca Zaia, presidente della Regione: «Il 2020 sarà un anno fondamentale, nel quale potremo vedere completati i lavori per portare acqua pulita in tutta l’area “rossa”. Ricordo che in attesa delle opere l’acqua ora erogata ai Comuni della zona “rossa” ha già raggiunto l’obiettivo “Pfas zero” grazie ai sistemi di filtrazione mediante adsorbimento su carbone attivo granulare, come stabilito dai limiti emanati dalla Regione». Si accoda Loredana Borghesan, sindaco di Montagnana: «Un intervento che attendevamo con ansia e che abbiamo appoggiato con forza e con determinazione in sede tecnica e nei tavoli politici per dare una risposta definitiva ai nostri cittadini. Cambieremo fonte di approvvigionamento, che ci offrirà acqua di ottima qualità, che non ha bisogno di filtri e libera da Pfas». —



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