Nuova sede, il Pollini tratta con il Vaticano
Il Conservatorio non traslocherà in riviera Paleocopa ma mira al monastero in riviera San Benedetto

Il conservatorio Pollini potrebbe traslocare, ma non alla Piave: la casa dei musicisti padovani necessita da tempo di ingenti ristrutturazioni e di nuovi spazi, e inizialmente sembrava che la soluzione potesse essere proprio la caserma.
Un anno e mezzo fa, quando l’ateneo ha formalizzato la prima manifestazione d’interesse, nella delibera approvata dal consiglio d’amministrazione compariva infatti anche il Pollini, più di recente il rettore aveva confermato la sua apertura ad accogliere il conservatorio nei nuovi edifici di riviera Paleocapa. Lo spazio c’era e la disponibilità anche, ma dopo un anno e mezzo di intense trattative, proprio ad un passo dalla firma dell’accordo definitivo, il Conservatorio (finora sempre coinvolto) si è sfilato.
Perché per i “polliniani”, ora, si è aperta una nuova opportunità: la trattativa, questa volta, è con il Vaticano, e riguarda il monastero delle madri Visitandine, le monache dell’Ordine della Visitazione di Santa Maria che nel 2014 si sono spostate a Sarmeola di Rubano, alla casa Madre Teresa di Calcutta. L’edificio è in riviera San Benedetto, quindi in pieno centro, e conta 10mila metri quadri di spazio coperto, più altri 50mila all’aperto. Una sistemazione di pregio, che finalmente permetterebbe ai giovani musicisti e ai loro maestri di esercitarsi in una sede appropriata e sicura, riqualificando al contempo uno spazio che, proprio come la Piave, è rimasto in disuso.
«La nostra urgenza purtroppo è assoluta» sottolinea il direttore, Leopoldo Armellini «e la prospettiva della caserma Piave, per quanto bella, per noi rischia di essere troppo lontana nel tempo. I problemi di sicurezza legati alla sede attuale sono conclamati, e mettono a rischio ogni giorno quasi un migliaio di persone, per lo più studenti. Il monastero delle madri Visitandine sarebbe vicino, centrale e già disponibile, visto che non viene utilizzato. La trattativa, per poter accedere all’edificio, è direttamente con il Vaticano ed è appena iniziata. Ho già coinvolto tutti i candidati sindaci, chiedendo il loro appoggio in caso di elezione. Quella di via Eremitani doveva essere una soluzione provvisoria, e ormai siamo qui da cinquant’anni: trovare una nuova sede è una necessità urgentissima, ne va della sicurezza dei nostri studenti».
(s.q.)
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