Nuovi computer, le Poste in tilt
Code di ore in tutti gli uffici, alcuni chiudono

LA RABBIA DEGLI UTENTI Decine di padovani in coda nell’ufficio postale centrale
Bufera alle Poste in tutta la città. Non c'è quartiere o ufficio postale che sia esente dall'ira di clienti furenti per continui ritardi e, peggio, blocchi del sistema informatico dell'ente. Da alcuni giorni i computer delle Poste fanno le bizze. Sembra infatti che il cambio del sistema operativo abbia creato più difficoltà del previsto. Tanto che alcuni uffici hanno addirittura dovuto chiudere durante l'orario di servizio. È rimasto fuori dall'arresto l'ufficio centrale, in Corso del Popolo, perché ha riattivato il vecchio sistema operativo per garantire il servizio.
Ieri le interruzioni hanno interessato le sedi di piazza Dei Signori, che ha fronteggiato processioni di utenti e capricci dei computer; di piazza De Gasperi che, a metà mattinata, ha addirittura serrato le porte in pieno orario di lavoro attaccando un cartello che annunciava la riapertura «in orario da definirsi». Alla posta del centro Kofler la coda toccava il centinaio di persone. Idem quello più periferico, di Chiesanuova. Il malfunzionamento delle macchine va avanti da alcuni giorni. A testimoniarlo i pensionati che da quattro giorni cercano, invano, di ritirare i soldi della pensione. La signora Agnese, di Chiesanuova, 81 anni, è una di loro. «Nel nostro rione - racconta la figlia - le hanno detto che per problemi tecnici non potevano pagarle la pensione. Stamattina hanno lavorato solo un'ora, poi è saltato tutto e i terminali non erano più in grado di rispondere. Ho cercato di prendere un appuntamento per lunedì, ma mi hanno precisato che ci sono numerosi arretrati dei giorni scorsi e che nessuno mi può garantire la puntualità. Tutto questo mi sembra inverosimile». La reazione, compita e civile della donna, è generalizzabile alla stragrande maggioranza degli utenti. Ma c'è anche chi, ieri mattina, ha alzato la voce dopo più di 40 minuti di fila. Così le colonne in attesa si ingrossano, chi deve pagare una bolletta o ritirare un pacco si agita e scoppiano proteste. Ieri mattina alle poste generali, all'ora di pranzo, il display segnava 631 persone in attesa di pagamenti e altri 249 per servizi postali e titolari bancoposta. Fra loro Sergio Taurino, presidente dell'associazione dei consumatori Adoc e vicepresidente regionale. Dopo un'ora di attesa sbotta: «E' la seconda volta che mi capita in appena due giorni, prima con una raccomandata da ritirare in piazza Dei Signori ed ora con una bolletta da pagare. Hanno messo in rete il sistema aggiornando tutti gli uffici lo stesso giorno, mentre avrebbero dovuto proseguire 2-3 quartieri alla volta». Al danno la beffa: affisso alla porta a vetri delle poste centrali un cartello che indica un self-service all'interno per 1800 pagamenti. Ma la macchina all'interno non funziona e nessuno lo ha segnalato. (e.sci.)
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