Nuovi guai per la commercialista Zancanaro

Nuovi guai giudiziari per la commercialista padovana Lia Zancanaro, 74 anni, già titolare di uno studio in via Guiglielmo Compagno (quartiere di Madonna Pellegrina), di fatto irreperibile dopo la recente condanna del 26 novembre scorso a un anno, un mese e 10 giorni, oltre a 650 euro di multa per appropriazione indebita, truffa e falso.
Ieri davanti al giudice monocratico Tecla Cesaro si è aperto il processo-bis nei confronti della professionista e della sua ex collaboratrice-impiegata Maria Grazia Maniero (difese rispettivamente dall’avvocato Daniela Papalia e dalla collega Paola Porzio): sono stati unificate due indagini ormai concluse e così le due donne si ritrovano sul banco degli imputati per rispondere del reato di truffa (il reato originariamente contestato era appropriazione indebita). Ai danni di chi? Di tre ex clienti di Zancanaro, che si sono costituiti parte civile tutelati dall’avvocato Davide Pessi (un docente dell’Università di Padova con la figlia derubati di 54.700 euro) e dall’avvocato Nicola Tenerani (una 58enne padovana alleggerita di 50 mila euro).
I clienti erano convinti di aver regolarmente saldato tutti gli oneri fiscali almeno fino all’arrivo delle cartelle esattoriali spedite dall’Agenzia delle Entrate che reclamava il mancato pagamento, aumentato delle sanzioni. Un altro troncone d’indagine è ancora pendente in procura e riguarda altri e successivi casi venuti alla luce dopo le prime denunce. Denunce alla magistratura e segnalazioni all’Ordine dei commercialisti che, il 7 aprile 2009, aveva subito sospeso laprofessionista in via cautelativa fino al 2014.
L’udienza di ieri è slittata al 31 gennaio prossimo per problemi di notifiche: Zancanaro risulta introvabile per l’anagrafe comunale. E forse non è un caso. Lo scorso novembre nel pronunciare la sentenza di condanna (condanna condivisa sempre con l’impiegata Maniero, imputata a titolo di concorso per gli stessi reati), il giudice aveva subordinato la concessione della sospensione condizionale della pena solo dietro il pagamento in solido del risarcimento riconosciuto alle parti civili, in tutto 255 mila euro, entro 120 giorni ovvero entro la fine del prossimo marzo. Sei i clienti danneggiati che avevano versato nelle casse della commercialista oltre 379 mila euro per pagare le tasse. Se quel termine non sarà rispettato, per entrambe si apriranno le porte del carcere, mentre si moltiplicano nuovi appuntamenti processuali.
Cristina Genesin
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