Nuovi tagli al sociale Servizi a rischio per 1.500 disabili

Crisi azzera-welfare: 13 organizzazioni dell’Alta in campo per garantire un livello di assistenza tra i migliori del Veneto
Di Giusy Andreoli
GIANFRANCO POZZOBON NOMINATO DIRETTORE SERVIZI SOCIALI USL 15
GIANFRANCO POZZOBON NOMINATO DIRETTORE SERVIZI SOCIALI USL 15

CAMPOSAMPIERO. Tredici cooperative che occupano 837 persone e ne assistono 590. Un fatturato annuo di 28 milioni e mezzo di euro. Sono le cifre del sociale nell’Alta Padovana, che danno le dimensioni in termini di occupazione e volume economico della cooperazione sociale e del ruolo che svolge da oltre 20 anni. Ma la crisi economica ha di fatto cancellato il modello di welfare locale e bisogna rifondarlo trovando nuove strade.

Delle politiche sociali nell’Alta si parlerà in due seminari e quattro workshop tra il 14 febbraio alle 9.30 a villa Rina a Cittadella e il 28 alle 14.30 ai Santuari Antoniani di Camposampiero. Hanno per titolo “Per un welfare dei diritti e delle responsabilità” e sono organizzati dal consorzio La Rete, Federsolidarietà Alta Padovana, Incontro Sociale, Sistema Maranathà, Consorzio Arcobaleno e Cooperativa Altre Strade con il patrocinio della Federazione del Camposampierese, della Conferenza dei sindaci e dell’Usl 15. «C’è un senso di preoccupazione che cresce rispetto al contesto nazionale», spiega Lucio Babolin, presidente di Maranathà, «i fondi che lo Stato ha messo a disposizione per il welfare, un pacchetto che costituiva un monte economico trasferito per la gestione del sociale, negli ultimi 5 anni si è quasi azzerato e c’è poco anche per la non autosufficienza. L’assenza di questa dotazione economica si scarica sui servizi, mentre la cultura del sociale che si è fin qui creata ora vacilla. Una preoccupazione che ci induce a riprendere voce». C’è anche il problema che il sistema di cooperative sociali che attualmente dà lavoro a quasi mille persone, molte delle quali svantaggiate, in qualche modo ha la necessità di rimotivare i partner pubblici, sia sanitari che comunali. Perché di fronte a tagli sempre più forti sul sociale da parte di Regione, Comuni e Usl molti servizi che le cooperative svolgono rischiano di chiudere. Il patrocinio dell’Usl 15 all’iniziativa non è di facciata: nel 2012, 2.054 famiglie presentavano problemi di sopravvivenza, nel 2013 un 10% in più e il 2014 non si presenta migliore. A queste si sommano 511 famiglie in assoluta povertà. 530 sono gli utenti dei Centri Diurni e delle comunità alloggio e la domanda continua a crescere, 400 bambini fruiscono dell’integrazione scolastica. C’è poi il problema dei disabili che vivono in famiglia e, quando questa verrà a mancare, l’ingresso in comunità diventa imprescindibile. «Il nostro non è solo un rapporto con fornitori di servizi, ma una partnership», ha spiegato Gianfranco Pozzobon, direttore dei servizi sociali dell’Usl 15. «Il sistema del’Alta Padovana è un’eccellenza assoluta a livello veneto e noi riusciamo a mantenerlo perché molti servizi sono affidati a questo sistema integrato delle cooperative sociali. Ma se il sistema salta, non sappiamo neanche noi come fare».

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