Nuovo selfie estremo all’ex seminario di Tencarola

SELVAZZANO. A distanza di due settimane dalla “scalata” alla torre dell’acquedotto dell’ex seminario di Tencarola per un selfie estremo a più di trenta metri d’altezza, lunedì pomeriggio alcuni ragazzi sono saliti sui tetti del complesso abbandonato.
La situazione di pericolo all’interno del sito di proprietà della Curia padovana, è elevatissima perché per accedere alle rampe di scale dell’ala dove un tempo c’erano le stanze dei docenti e dei seminaristi, occorre passare da zone del complesso che nascondono numerose insidie, come quella dell’ex reception dove le vetrate sono rotte e attaccate ai telai sono rimasti dei pezzi di lastre di vetro taglienti.
L’EPISODIO
A notare delle persone muoversi sulla sommità del fabbricato alto una ventina di metri, l’altro ieri è stato un residente di via Montegrappa che ha avvertito le forze dell’ordine.
Del fatto è stato avvertito anche il sindaco di Selvazzano, Giovanna Rossi, che ieri ha fatto una segnalazione alla locale stazione dei carabinieri e al comando della polizia municipale. La prima cittadina si è impegnata a sollecitare la proprietà dell’immobile a ripristinare la recinzione laddove è stata divelta per evitare intrusioni.
L’area è molto vasta e sulla parte che confina con il Bacchiglione, in via Sant’Antonio, è protetta da una siepe che però presenta numerosi varchi.
DIVIETO DI ACCESSO
Lo evidenzia in un messaggio su facebook il sindaco Rossi. «Al Comune e alle forze dell’ordine l’Ente Seminario alcuni anni fa ha vietato di accedere all’area abbandonata senza autorizzazione». Questo impedisce ai carabinieri e ai vigili urbani di effettuare dei controlli soprattutto di notte quando, secondo i residenti di via Montegrappa e via Sant’Antonio, all’interno della struttura vanno a dormire alcuni sbandati. A poco sono servite le grate messe nella zona dell’entrate come pure l’aver bloccato l’accesso alla torre dell’acquedotto con una porta di ferro.
Problemi di sicurezza e non solo. Il comune di Selvazzano e chi abita a ridosso del complesso attende da anni che venga risolto il problema del cambio di proprietà e che si provveda a controllare l’immobile con del personale o con un servizio di videosorveglianza.
Nel 2015 con l’arrivo a Padova del vescovo Claudio Cipolla i vertici dell’ente religioso, su richiesta dell’allora sindaco Enoch Soranzo, si sono recati a Selvazzano promettendo che il rogito sarebbe stato imminente. Anche perché ormai da più di 10 anni la Curia è in possesso di una promessa d’acquisto formulata dall’Immobiliare Trifoglio Spa di Bergamo che ha versato a titolo di caparra 10 dei circa 11 milioni di euro pattuiti per il trasferimento della proprietà.
La chiusura totale una quindicina d’anni fa.
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