Prefettura e aziende sanitarie, un protocollo contro le aggressioni agli operatori
Il documento è stato approvato dal Ministero dell’Interno: ecco cosa è previsto per tutelare il personale. Prevista l’implementazione dei sistemi di sorveglianza nelle strutture. Le forze dell’ordine vigileranno con particolare attenzione sui siti a rischio

La prefettura e le aziende sanitarie di Padova – Usl 6, Iov e Azienda Ospedale Università – hanno siglato un protocollo per la prevenzione e il contrasto degli episodi di violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari.
L’obiettivo del documento – approvato dal ministero dell’Interno – mira a rafforzare la collaborazione per tutelare gli operatori sanitari da aggressioni o atti di violenza definendo le modalità di attivazione delle forze dell’ordine per garantirne l’intervento tempestivo in caso di episodi di violenza. Il protocollo avrà durata di 24 mesi e sarà eventualmente ulteriormente rinnovabile.
I nodi
Si parte da un fenomeno tristemente noto, ovvero quello delle aggressioni fisiche e verbali che negli ultimi anni «ha assunto una rilevanza crescente, con gravi implicazioni per la sicurezza dei lavoratori e la qualità dei servizi, in particolare negli ambiti di emergenza-urgenza e ad alta affluenza».
Da qui la necessità di tutelare l’incolumità e la sicurezza degli operatori sanitari, garantendo condizioni di lavoro adeguate e un ambiente sicuro. L’obiettivo comune – si legge nel protocollo – è di promuovere la diffusione di una politica di tolleranza zero verso gli atti di violenza e la realizzazione di una specifica formazione del personale in fatto di prevenzione e gestione dei conflitti.
Il fronte sanità
Il protocollo prevede che le tre aziende sanitarie si impegnino ad attuare le misure di prevenzione e di protezione a garanzia dei livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro e a promuovere l’utilizzo di strumenti di videosorveglianza, di sistemi di teleallarme, di linee di fonia dedicate e di vigilanza sia diurna che notturna, tenendo conto delle dotazioni delle sale operative delle forze dell’ordine, evitando duplicazioni di apparecchiature e di applicativi informatici.
Ancora, in relazione ai risultati di monitoraggio degli eventi, Usl, Azienda e Iov si impegnano a individuare azioni correttive di natura strutturale, impiantistica, organizzativa e procedurale per contenere il rischio derivante da aggressioni, oltre a informare e a formare il personale sulle cautele e i comportamenti da adottare per la gestione in sicurezza di eventi a rischio.
Come ulteriore deterrente, le tre aziende adotteranno strumenti di comunicazione – come brochure e manifesti – che richiamano alcune delle soluzioni di sicurezza introdotte nelle proprie strutture nonché nelle Unità operative.
Le forze dell’ordine
Dal canto loro, le forze dell’ordine, oltre ad assicurare un intervento tempestivo in caso di violenza, si impegnano a vigilare i presidi ospedalieri dislocati in ambito provinciale con frequenti passaggi delle pattuglie all’esterno delle strutture e, al bisogno, effettuando soste sul posto.
Particolare attenzione verrà riservata a Pronto Soccorso, Punti di primo intervento, ambulatori di continuità assistenziale dell’Usl 6 e dell’Azienda Ospedale Università, Servizi psichiatrici di diagnosi e cura, Centri di salute mentale e Servizi per le dipendenze (SerD), nonché alle ulteriori sedi che verranno individuate, assicurando un immediato collegamento e un rapido intervento.
Ancora, le forze dell’ordine si impegnano a segnalare eventuali informazioni utili per le attività di prevenzione, a intervenire – su richiesta – a specifici incontri e a fronte di reali stati di necessità, per fornire informazioni e formazione in materia di misure di sicurezza.
I gruppi di lavoro
Verranno istituiti gruppi di lavoro, composti da rappresentanti degli enti sanitari, della Questura e dell’Arma, che effettueranno anche un’analisi periodica degli episodi di violenza, individuando specifiche misure di prevenzione e di contrasto. I risultati dell’attività dei gruppi di lavoro saranno comunicati alla Prefettura per il monitoraggio sullo stato di attuazione del protocollo.
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