Padova, farmaci senza fustella i Nas denunciano 13 medici

Crisarà (Fimmg): «Ci vengono consegnati dai parenti dei pazienti deceduti Li diamo a chi ne fa uso. Norma priva di buonsenso che alimenta uno spreco»
TOME - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - CONFERENZA STAMPA MEDICI DI BASE. DA SX: FANIA ANTONIO, CAUCHI SALVATORE, DOMENICO CRISARA', LILIANA LORA
TOME - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - CONFERENZA STAMPA MEDICI DI BASE. DA SX: FANIA ANTONIO, CAUCHI SALVATORE, DOMENICO CRISARA', LILIANA LORA

PADOVA Tredici medici di base denunciati dai Nas, i carabinieri del Nucleo anti sofisticazioni, perché avevano nei loro ambulatori confezioni di medicinali prive di fustella. Si tratta di medicine acquistate in farmacia con ricetta: dai medici sono finite perché portate da familiari di pazienti deceduti. I medici le donano a loro volta, trattandosi spesso di medicine molto costose e comunque perfettamente utilizzabili, ad altri pazienti. La legge però non lo consente.

Ai sanitari è contestata la violazione dell’articolo 443 del codice penale che punisce con l’arresto da sei mesi a tre anni chi detenga per il commercio, ponga in commercio o somministri medicinali “guasto o imperfetti”.

Le tredici denunce penali hanno convinto Domenico Crisarà, segretario generale regionale della Fimmg, a scrivere una lettera ai colleghi, invitandoli caldamente alla “bonifica” farmaceutica nei rispettivi ambulatori. E non manca un appunto critico.

«Abbiamo rilevato un aumento delle ispezioni dei Nas negli studi medici di Medicina generale che hanno come oggetto controlli sui farmaci negli ambulatori» scrive Crisarà, «fermo restando che vi invito a controllare le scadenze - obbligo di legge - è indispensabile che non abbiate tra i vostri farmaci confezioni prive della fustella, ovvero già erogati dal Servizio sanitario regionale. So perfettamente che la detenzione di confezioni prive di fustella deriva dalla disponibilità a recuperare farmaci non più in uso o prescritti a pazienti poi deceduti, per consegnarli a cittadini che ne fanno uso nel responsabile intento di un ulteriore risparmio di risorse alla Regione Veneto. Ma questo comportamento meritorio, purtroppo può essere sanzionato dalla legge».

 

Secondo Crisarà non c’è alternativa: «È necessario che i pazienti che vi danno l’opportunità di riutilizzare questi farmaci senza fustella vengano invitati a contattare il Servizio farmaceutico delle Usl per farsi fornire indirizzo e orari di accettazione». Sono solo le farmacie ospedaliere, infatti, a poter ritirare quelle confezioni. «Non ci dobbiamo stupire» sottolinea Crisarà, «se poi troviamo nella spazzatura scatole di medicine. Vi immaginate una persona, magari anziana, che parte per esempio da Montagnana per andare a Schiavonia per consegnare i farmaci in ospedale? Questa comunicazione» conclude il medico, «viene inviata con grande amarezza: non ce l’ho con i Nas che fanno solo il loro lavoro, ma con leggi e regolamenti in comprensibili da cui l’ennesima attività di servizio alla collettività da parte dei medici di Medicina generale viene frustrata e umiliata. Così anziché tutelare la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale si provocano danni economici anche importanti».
 

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