Padova, multe da recuperare: «Si stava meglio con Equitalia»

PADOVA. Dopo Equitalia poteva andare peggio? Probabilmente sì. Il sospetto si aggira dalle parti dell’Osservatorio Cittadini Contribuenti e dell’Adiconsum-Cisl. «I contribuenti padovani che hanno debiti arretrati con il Comune per multe non pagate - di solito violazioni del Codice della Strada - sono finiti dalla padella alla brace».
Lo sostengono il commercialista Nicola Ramundo, presidente dell’Osservatorio, e Roberto Nardo, segretario di Adiconsum-Cisl, dopo che hanno esaminato, con rigore tributario, le ingiunzioni di pagamento che centinaia di padovani stanno ricevendo dalla Gefil (Gestione Fiscalità Locale). Che poi sarebbe la società, con sede centrale a La Spezia, a cui il Comune a settembre del 2015 ha affidato il compito di recuperare le multe stradali del 2013 non pagate, per un importo complessivo di un milione di euro.
«Abbiamo esaminato, per esempio, la cartella esattoriale inviata dalla Gefil a L.M., residente all’Arcella. Vi si legge che in caso di mancato pagamento si passerà al pignoramento immobiliare, al fermo amministrativo dei beni mobili e all’iscrizione ipotecaria. Ma soprattutto si vede subito che le maggiorazioni a carico del contribuente sono illegittime perché superiori al tasso usuraio, indicato dalla Banca d’Italia», spiega Ramundo.
«Mentre la soglia del tasso usuraio è del 16,96%, infatti, la maggiorazione degli interessi passivi, applicata dalla società ligure, è pari al 10% ogni sei mesi. Ossia, in un anno, arriva a oltre al 20%». «Equitalia applica un tasso pari al 4,98% a semestre», aggiunge Nardo. «Siamo davanti a novelli gabellieri medievali», continua Ramundo, «scelti dagli amministratori di Palazzo Moroni, che si stanno rivelando dilettanti allo sbaraglio perché non tengono conto né di una sentenza specifica della Corte di Cassazione, né delle innumerevoli ordinanze dei tanti giudici di pace che hanno dato ragione ai contribuenti morosi in base all’ex art. 27 della legge 698 del 1981».
Roberto Nardo, inoltre, critica l’impossibilità da parte del contribuente di difendersi in modo adeguato dalle richieste della Gefil. «Come mai la società ligure non ha aperto un ufficio a Padova?», si domanda.
«Chi vuole chiedere la rateizzazione oppure soltanto chiarimenti e delucidazioni non può affidarsi solo al sito internet o al call center della Gefil (800 189 570), che per fortuna è gratuito. Anche perché i padovani che hanno ancora multe in sospeso sono centinaia, e molti sono anziani. Noi invitiamo gli interessati a rivolgersi ai nostri uffici e a presentare subito ricorso in Comune. Ma se occorre anche ad avviare vertenze legali. Questa è una storia che non sta né in terra e né in cielo e va chiarita in tempi brevi».
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