Tram, stop ai cantieri nelle ore più calde per la tutela degli operai
Nel lotto ovest del Sir 2 lavoratori all’opera dalle 5 di mattina fino a ora di pranzo. Borracce ghiacciate con acqua e sali minerali per chi è impegnato nel Sir 3

Il caldo è insopportabile, figuriamoci per chi lavora di giorno, in strada, sotto il sole. Per tutelare i lavoratori le imprese di edilizia civile che gestiscono i cantieri del tram in città sono corse ai ripari rivedendo l’orario di lavoro, monitorando il benessere gli operai.
Salute a rischio
L’ondata di calore anomala e anticipata sta mettendo a serio rischio la salute degli operai impegnati nelle strade padovane. I rischi sono colpi di calore, svenimenti, spossatezza.
Lavorare sotto il sole cocente è un’esperienza che mette alla prova non solo la resistenza fisica, ma anche quella mentale. In attesa dell’ordinanza della regione Veneto che tuteli i lavoratori maggiormente esposti al rischio calore (Zaia e la sua giunta ci stanno lavorando), alcune imprese impegnate nelle grandi opere in città hanno ripensato gli orari.
«Dove non ci sono vincoli di rumore le maestranze iniziano molto presto la mattina, verso le 5, anticipando la fine del lavoro alle 13 e 14 – fanno sapere dalla Icm Maltauro che si sta occupando del lotto ovest della linea Sir 2 che collegherà Rubano alla stazione – Dove invece sono previsti vincoli di rumore gli operai sono al lavoro dalle 7.30 alle 17.30, con una pausa pranzo lunga di due ore».
In tutti i casi, ogni ora, è previsto una pausa di 10 minuti per rifocillarsi. Vengono offerti sali minerali e acqua.
Borracce ghiacciate con sali minerali anche per gli operai del Consorzio stabile europeo che si sta occupando del Sir 3.
«Abbiamo previsto dei gazebi con frigoriferi per dare la possibilità ai nostri lavoratori di riposarsi e di stare all’ombra – spiega il procuratore del Cse e direttore tecnico della Sitta srl Giancarlo Dettoni – Stiamo aspettando l’ordinanza regionale».
In attesa del provvedimento firmato da Zaia anche la Vittadello che «modifica il cambio di orario di volta in volta, in base alla situazione, cercando di evitare il lavoro nelle ore più calde».
La regione Veneto intanto ha dato delle disposizioni ben precise: lavorare il più possibile all’ombra, bere molta acqua, indossare un abbigliamento adeguato.
Il piano caldo del Veneto
L’assessore alla sanità Manuela Lanzarin spiega che la Conferenza delle Regioni ha approvato un Piano Caldo «con varie azioni che stiamo recependo» e che probabilmente rientrerà in un’ordinanza complessiva.
Il documento fornisce linee guida per proteggere i lavoratori dal calore e dalla radiazione solare, evidenziando i rischi per la salute e la sicurezza. Le misure preventive generali riguardano l’organizzazione del lavoro, l’acclimatamento dei lavoratori, abbigliamento e protezione, idratazione e formazione sui rischi, sorveglianza sanitaria per lavori sensibili.
Alcune regioni italiane si sono già mosse. Nel Lazio un’ordinanza firmata dal presidente Francesco Rocca ha introdotto il divieto di svolgere lavoro all’aperto tra le 12.30 e le 16 in tutti i giorni in cui la piattaforma di monitoraggio Worklimate (www.worklimate.it) indica un rischio alto di stress termico. Il provvedimento rimarrà in vigore fino al 31 agosto. A metà giugno hanno firmato anche la Calabria e l’Umbria. Ordinanza in vigore anche in Liguria.
In Toscana, fino al 31 agosto, sempre nei giorni classificati con un livello di rischio stress termico alto nella mappa Worklimate sarà valido il divieto di lavorare tra le 12 e le 16 per chi svolge attività fisica intensa con esposizione prolungata ai raggi solari.
I sindacati si sono fatto sentire in Lombardia che però, al momento, non ha emanato un divieto generale di lavoro nei cantieri durante le ore più calde della giornata.
Caldo fin dal mattino
In questi giorni il gran caldo si fa sentire fin dalle prime ore del mattino. Per chi lavora all’aperto man mano che la giornata avanza ogni movimento diventa più faticoso, ogni respiro più pesante.
I vestiti sembrano incollarsi alla pelle, mentre l’asfalto e i materiali da costruzione riflettono il calore, amplificando la sensazione di soffocamento. In queste condizioni la fatica arriva prima del previsto. I riflessi rallentano, la concentrazione cala e con essa aumenta il rischio di errori e incidenti.
«Le imprese sono le prime a stare attente e a prendere le dovute precauzioni per la tutela dei lavoratori – commenta l’assessore alla mobilità Andrea Ragona – C’è però una tabella di marcia, bisogna fare in fretta per rispettare i tempi del Pnrr. Siamo in attesa dell’ordinanza regionale, la salute degli operai va tutelata. Un provvedimento comunale non sarebbe efficace».
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova