Zone rosse, Zan contro il prefetto di Padova: «Ha umiliato i luoghi della discussione democratica»
L’europarlamentare Pd: «La misura è inaccettabile, si fa un danno a interi quartieri. Per colpa della propaganda leghista le case perdono valore». Martedì mattina il tavolo in cui si deciderà dove localizzare il provvedimento

«Una vicenda inaccettabile per come si è sviluppata. E un grave danno alla città e ai suoi quartieri nel merito». È l’europarlamentare padovano del Pd Alessandro Zan a mettere nel mirino il governo per la vicenda delle zone rosse. Non risparmiando un’accusa pesante al prefetto Giuseppe Forlenza, reo secondo l’esponente dem di aver «umiliato e scavalcato i luoghi di discussione democratica».
Martedì il Cosp
Martedì mattina è infatti previsto il Cosp (comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica) che dovrà decidere se far partire e dove localizzare la nuova zona rossa – dopo la sperimentazione di tre mesi in stazione con 48 allontanamenti –, ma Forlenza ha sostanzialmente anticipato che l’area dei controlli ad alto impatto tornerà nelle strade in cui si è registrato il maggior numero di interventi delle forze dell’ordine. Tutti gli indicatori dunque portano all’area di San Carlo e della Prima Arcella. In subordine, potrebbe esserci il Portello, dove si sviluppa la movida notturna e dove il problema però non sono tanto le presenze moleste o di spacciatori, quanto il disturbo alla quiete con gli schiamazzi.
Decisioni già prese, secondo l’europarlamentare padovano, senza ascoltare l’amministrazione, «che è stata votata a larghissima maggioranza ed è delegata a prendersi cura nel bene comune, al contrario di Lega, Ostellari e Salvini».
Netta la presa di posizione politica: «Vogliamo andare fino in fondo per tutelare il diritto dei padovani di non vedere ignorata la propria opinione – accusa – Padova non è un trofeo da portare a Salvini. Chi esautora e sminuisce i nostri rappresentanti colpisce tutta la città».
Le critiche al provvedimento
Anche il provvedimento ideato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi è oggetto di forti critiche da parte dell’europarlamentare dem. Non convince la «militarizzazione della città», con la possibilità di allontanare chi ha precedenti penali in determinati reati.
«Il lavoro delle forze dell’ordine è indispensabile e le ringraziamo – chiarisce Zan – Ma le zone rosse sono solo uno strumento di propaganda del governo che subiamo tutti, compresi gli operatori di sicurezza che non possono moltiplicarsi come i pani e i pesci».
C’è poi una questione di stigmatizzazione di intere zone: «Portare la zona rossa nei quartieri significa sottoporli a un bollino di infamia per anni, dopo che con fatica e investimenti zone come l’Arcella avevano rialzato la testa. O al Portello verrebbe militarizzato, denigrato e criminalizzato il cuore universitario della città. Un offesa alla comunità studentesca: studenti e docenti. Nonché un gravissimo danno di immagine per il nostro ateneo».
Secondo Zan le conseguenze di una seconda zona rossa potrebbero andare ben al di là dei benefici immediati della misura: «Questi quartieri, per poche settimane di azione propagandistica voluta da Ostellari, vedranno calare il valore degli immobili per lungo tempo, saranno evitati creando gravi danni al commercio, solo perché si è deciso di darne un racconto negativo a tavolino per far contenta la Lega – conclude – Quando in questi anni sono stati investiti milioni, sono stati creati nuovi parchi, si è puntato su rigenerazioni urbane, illuminazione, cultura. Se vogliono militarizzare Padova, dovranno fare i conti con chi preferisce investire sulle persone, e non sulla paura».
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