Padre e figlio “titolari” di una piantagione di marijuana nell’orto

BRUGINE. In tempi di crisi, evidentemente, più di qualcuno ha pensato di trovare nella coltivazione e nello spaccio di marijuana un’attività adatta a rimpinguare il sofferente budget familiare. Dopo padre e figlio di Anguillara, arrestati l’altro giorno con cinque chili di marijuana, sono finiti nella rete dei carabinieri di Piove di Sacco anche papà e figlio di Brugine. Con lo stesso vizietto. In manette per coltivazione ai fini di spaccio di marijuana Luciano Sorgato, 66 anni, pensionato, e il figlio Luca, 32, disoccupato. I due vivono a Brugine, in una casa di proprietà in via Ardoneghe.
Le indagini dei militari sono iniziate quando qualche giorno fa, nel corso di un servizio di controllo del territorio, hanno notato alcune piante di canapa indiana in un campo. Hanno così effettuato alcuni appostamenti che hanno permesso loro di ricondurre la piccola coltivazione ai due congiunti. Ed è scattata la perquisizione nella loro abitazione di via Ardoneghe: i carabinieri hanno rinvenuto mezzo chilo di marijuana già essicata e pronta per lo spaccio, oltre a tutto il materiale necessario per il confezionamento delle dosi, dalle bustine ai bilancini di precisione. Inoltre nell’orto adiacente l’abitazione spuntavano altre sette rigogliosi esemplari di canapa indiana in via di maturazione. Il tutto è stato posto sotto sequestro. Padre e figlio di fronte alla scoperta dei militari hanno cercato di giustificarsi, lamentando le difficoltà economiche in cui si trovano. Ovviamente la circostanza non ha alleggerito minimamente la loro responsabilità di fronte alla legge.
Ieri mattina Luciano e Luca Sorgato sono comparsi davanti al giudice per la direttissima: l’arresto è stato convalidato per entrambi. Al sessantaseienne il magistrato ha imposto la misura dell’obbligo di firma quotidiana alla caserma dei carabinieri, mentre per il trentaduenne ha disposto gli arresti domiciliari.
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