Paga solo 50 mila euro Salta il patteggiamento per Elena Manganelli

Sotto inchiesta con il “re” dell’evasione Alberto Vazzoler Si è rimangiata la parola data e vive negli Emirati a Dubai



La pena concordata avrebbe dovuto chiudere definitivamente ogni pendenza di Elena Manganelli Di Rienzo, 43enne padovana, per quanto riguarda sia l’inchiesta madre (l’associazione criminale specializzata nel riciclaggio internazionale di cui è considerata tra i protagonisti con l’ex fidanzato, il faccendiere e dentista Alberto Vazzoler) e anche l’inchiesta-figlia da poco decollata.

salta l’accordo

Obiettivo mancato: il pm Roberto D’Angelo non ha accettato la proposta. Il motivo? L’inchiesta bis è agli inizi (riguarda i clienti dell’organizzazione). Non solo: Elena Manganelli Di Rienzo non ha rispettato la promessa di pagare 200 mila euro alla giustizia italiana, versando solo l’anticipo di 50 mila euro prima di volare a Dubai negli Emirati Arabi dove vive stabilmente. Si è sposata e, a gennaio, ha partorito il primo figlio. E chissà chi la rivedrà più in Italia. Parola rimangiata. Manganelli (ennesimo vorticoso cambio di difensore, ora è tutelata dall’avvocato Enrico Zappasodi di Roma) non ha mantenuto fede alla promessa e addio patteggiamento: l’accordo era per una pena di 3 anni e 3 mesi che consente di usufruire della messa alla prova ed evitare il carcere. Così nessun rito alternativo che, per legge, prevede lo sconto di un terzo della pena e corsa rapida verso il processo per la padovana, storico braccio-destro del “re” del riciclaggio internazionale, il veneziano Vazzoler, dal 29 giugno 2018 agli arresti domiciliari nella casa di famiglia a Musile di Piave in via don Bosco dove dal principato di Monaco ha trasferito la residenza. Domiciliari molto particolari: con uso di telefono e internet senza limiti.

sodalizio criminale

Oggi davanti al tribunale di Padova riprende il processo a carico di Alberto Vazzoler, finito in carcere il 25 maggio dell’anno scorso. Negando la revoca (o l’attenuazione degli arresti domiciliari), i giudici del Riesame di Venezia lo hanno bollato come un uomo «che ha sempre dimostrato professionalità e astuzia in campo criminale dimostrando di essere un efficiente organizzatore di iniziative particolarmente lucrose... giunto a ideare un sistema di comunicazione tipico di ambienti criminali di elevato spessore...». Appunto grazie alla sua conoscenza dei meccanismi della “rete”.

Quanto al ruolo della Manganelli cresciuta alla sua “scuola”, «il fatto che si sia nuovamente stabilita a Dubai è certamente dato allarmante» scrivono ancora i giudici, «proprio da lì operava nell’interesse del sodalizio (la banda)... Che abbia chiuso le società a lei riconducibili è dato neutro in quanto sarebbe facilmente in grado di aprire nuove compagini societarie (anche a nome di terzi) e di sfruttarle per nuove collaborazioni in campo delittuoso». I giudici non hanno dubbi: «Permane attuale e concreto pericolo di ulteriori collaborazioni tra Vazzoler e la Manganelli legati da pluriennale amicizia e da un vincolo affettivo e fiduciario, prima ancora che criminale, molto forte». E comunque il dentista-faccendiere «è capace di delinquere anche senza il pur probabile appoggio di quest’ultima». —

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