Pam, è la quarta rapina «Non vorremmo dover chiudere prima»

Quattro rapine nel giro di un anno e mezzo, le ultime due in poco più di una settimana. Dopo il colpo messo a segno al Pam local di corso Milano, domenica sera è stato il turno di quello di piazza delle Erbe. È successo verso le 22, orario di chiusura del piccolo supermercato. Un uomo, armato di pistola, è entrato nel negozio e si è fatto consegnare l’incasso, 400 euro circa. «Non ha tirato fuori la pistola ma ha fatto vedere alle due dipendenti che erano alla cassa che la teneva infilata nella cintura dei pantaloni, sotto la giacca», racconta Roberto Omizzolo, titolare dell’azienda che gestisce i punti vendita. «Ha chiesto che riempissero un sacchetto con i soldi della cassa. Le ragazze ovviamente hanno eseguito». Dalla descrizione delle due commesse, ma anche da quanto si può vedere nei filmati della videosorveglianza del supermercato, si tratta di un uomo di mezza età, indossava scarpe nere lucide e pantaloni di tela. Il volto è travisato con sciarpa e occhiali da sola e portava un berretto.

«Ha fatto tutto nell’arco di 20, massimo 25 secondi, poi è scappato. Tra le corsie del supermercato c’era un altro dipendente, un ragazzo che però non si è accorto di nulla, mentre i clienti erano già tutti usciti». Una rapina fotocopia di quella avvenuta sabato 29 gennaio, alle 21, nel Pam local di corso Milano. In quel caso il rapinatore è entrato nel supermercato, ha puntato la canna della pistola contro la giovane commessa alla cassa, costringendola a svuotare il registratore, e se n’è andato con 900 euro. «Non credo si tratti della stessa persona. Dai filmati il rapinatore di corso Milano sembra molto più giovane e agile. Si muove in modo diverso e invece di berretto e sciarpa aveva un passamontagna». Ciò che è certo è che entrambi i malviventi erano italiani, ed entrambi hanno spaventato non poco le giovani commesse. «Sono in contatto con la Pam» continua Omizzolo, «vedremo se è il caso di creare un servizio di vigilanza o se non sia meglio anticipare l’orario di chiusura, anche se questa sarebbe una sconfitta». —

Alice Ferretti

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