«Pane raffermo e caro» Ascom boccia Mama Petra

IL NUOVO PUNTO VENDITA. Allestito al Molino Quaglia di Vighizzolo
VIGHIZZOLO.
«Pane raffermo venduto a caro prezzo». Non piace per nulla ai panificatori padovani dell'Ascom «Mama Petra», il nuovo format di panificio presentato dal Molino Quaglia con l'obiettivo di evitare il lavoro notturno ai panettieri e introdurre una nuova politica della produzione e dei prezzi. E proprio sul prezzo e sulle caratteristiche del pane proposto a Vighizzolo che Luca Vecchiato, presidente dei panificatori padovani, individua le maggiori contraddizioni e spara a zero. «L'iniziativa è quanto meno denigratoria nei confronti di chi il pane buono lo fa da sempre con sacrificio e professionalità e, per quanto riguarda la nostra provincia, si tratta di più di 200 esercizi». La prima obiezione riguarda il prezzo definito, secondo il numero uno dei panificatori un'iniziativa sulla quale dovrebbe intervenire l'Antitrust, perché in contrasto con le normative. Seconda questione, i 7 euro al chilo chiesti per la pagnotta appena sfornata. «Più del doppio del prezzo medio di vendita di un chilo di pane che oggi, nella nostra provincia, è quotato mediamente intorno a 3,30 euro. Tanta benevola accondiscendenza verso un prezzo così elevato, quando normalmente aumenti anche minimi e giustificati passano per "salassi" ai danni dei consumatori. Un pane venduto dopo 24 ore per legge viene definito raffermo. Il "pane fresco" è dunque tutt'altra cosa e hanno un bel dire, quelli del Molino Quaglia, che il giorno dopo "è anche più buono". "Mama Petra» farà sicuramente bene ai bilanci di Molino Quaglia, ma non certamente alla freschezza e all'alta qualità del pane che, per tradizione e lavorazione è quello che, lavorato di notte, viene sfornato fresco e soprattutto venduto tale, giorno per giorno». (n.s.)
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