Pd, ancora polemiche Convocate le direzioni «Basta con gli attacchi»

Il Partito Democratico padovano riunisce gli organi dirigenti per cercare di uscire dall’impasse della spaccatura che ha alimentato una settimana di polemiche, attacchi personali e sfoghi sui social network. Domani si riunirà la segreteria provinciale che deciderà quando convocare la direzione. Lo stesso accadrà tra pochi giorni anche per l’esecutivo e poi per la direzione cittadina.
Il caso Facebook. L’ennesimo episodio che ha esacerbato gli animi dei dem padovani. È stata la creazione di una pagina su Facebook dal titolo “Salviamo Bressa del nuovo che avanza”, dove al giovane segretario cittadino erano contrapposti i volti accigliati degli ex sindaci Paolo Giaretta, Flavio Zanonato e Ivo Rossi. Una evidente goliardata di cattivo gusto (cancellata dopo poche ore), che però ha raccolto il “mi piace” di Pierfrancesco Palego e Marisa Galbusera, due tra gli “ultras” di Bressa.
Che però si è affrettato a condannare l’episodio: «Ho prontamente “segnalato” la pagina che considero offensiva. Mi ritengo io stesso vittima di questa iniziativa che merita una condanna ferma e assoluta. Ho già espresso la mia solidarietà a Rossi, Giaretta e Zanonato. E ribadito la necessità che il dibattito interno al Pd rientri dentro i ranghi del confronto civile».
Duro anche il commento del segretario provinciale Bettin: «Sono persone che hanno fatto la storia di questo partito e sono una risorsa – spiega – Se qualcuno ritiene che il Pd sia una sorta di circo Barnum se ne assumerà la responsabilità. Questo imbarbarimento è inaccettabile. Non si può prescindere dal rispetto reciproco». Proprio Bettin ieri era appena tornato da Roma dove mercoledì sera ha incontrato i parlamentari per affrontare con loro la situazione.
Parlamentari che però cercano di tenersi il più lontano possibile dalla deriva padovana. Ieri alla Camera si approvava la legge sul conflitto d’interesse, al Senato la fiducia sulle unioni civili. «Le polemiche interne al Pd hanno ormai superato il livello di guardia e ci dissociamo con forza da quanto sta avvenendo – hanno fatto sapere Camani, Miotto, Naccarato, Narduolo, Rostellato e Zan – Siamo impegnati per cercare di governare il Paese e per costruire consenso attorno al Pd. Lo facciamo senza guardare a logiche di corrente. Non intendiamo, quindi, intervenire in queste polemiche a noi incomprensibili ed estranee»
«Non ci sono parole sufficientemente dure nei confronti dei promotori se non quelle di vergognarsi», aggiunge il senatore cattodem Giorgio Santini, seguito a ruota da Gianni Berno (in predicato per diventare capogruppo): «Chi ha animato quella pagina deve fare una seria riflessione sulla sua permanenza nel Pd. Mancano le regole elementari di rispetto e di convivenza».
La riflessione di Bui. Slegato dall’episodio della pagina, ma non dalle polemiche, è l’intervento di Fabio Bui, vicepresidente della Provincia e sindaco di Loreggia: «C’è uno smarrimento profondo per come il Pd sia divenuto ormai soltanto un misero ostaggio di guerre fratricide tra clan, incapace di esprimersi con valide proposte sui grandi temi della città e della provincia – spiega – Ai padovani non interessa nulla di chi abbia la percentuale maggiore di renzianità. Interessano risposte e una buona idea di città. Le sconfitta elettorali ci insegnano che i cittadini non acquistano l’auto per la marca, ma valutano se il motore è affidabile e consuma il giusto».
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